Il pozzo

Guardo  nel buio,

nel pozzo dei pensieri

illuminati da scintille di sogno,

nascoste tra pietre e legni.

 

Profondi respiri,

occhi che cercano nel vento

asfittiche celle

riempite di polvere e grasso.

 

Una luna,

o sole che sia,

mi riflette  nello specchio

col buio di dietro.

 

Sensazioni che evaporano,

nell’ universo  del corpo

lento nei muscoli e dagli anni,

generano pallide emozioni,

profondi timori.

 

Tempo di attesa

sporto nel vuoto del cerchio,

timori oleosi

riaffiorano e sostengono

vascelli dallo scafo di piombo.

 

 

Sensazioni di nulla

appese nel cielo,

dove invisibili fili di acciaio

stringono ai polsi  le carni

e piano scompaiono,

inghiottiti dal luccichio dei giorni.

 

Aspetto,

seduto con le gambe all’indietro,

ed ascolto l’eco evaporato

di voci lontane,

passate di giorni e di anni.

 

Attendo alla fine

un pezzo di roccia,

parole di fumo e di cartapesta,

coperte dai rumori di un martello sul muro.

 

La luce che passa ,

fra nubi e finestre,

per  vetri coperti di lino,

spazza  la mente pulisce gli occhi

e mi ritrovo una penna piantata sul foglio,

……..

spengo la luce

e la lascio cadere.


 

Introspezione

Il piacere di leggere nel fitto dell’anima,

ragionare,

osservare,

agire,

tornare.

 

Sparire.

 

Di tanto in tanto,

uragani potenti,

ribaltano messi feconde,

svellendo aratri possenti.

 

Lontano,

uno specchio riflette ombre trasparenti,

di profili taglienti,

dai capelli incavati da mani sapienti.

 

Una goccia d’acqua coesa,

scorre tra le crepe profonde

di una mano arida

e cade,

con grande fragore

nel calmo del vuoto del pozzo.

 

Odore di fresco,

di umido,

di muschio

di pace,

collante per pietre incastrate nell’uomo,

dal gioco del tempo.

 

Labili e languidi refoli di vento,

asciugano il corpo nudo

ricoperto di pelle,

tirando le palpebre e gli occhi,

intenti su foto improbabili

di un pensiero incoerente.