La voce del potere

Il potere
ha la voce flautata
del prete
quella bassa e serrata
di un uomo quadrato
che si appunta
meticoloso
le tue giuste richieste.
Ti dice:
certo, controllerò
vedremo,
con regolata cortesia
ti stringe la mano
nel rito inutile
cui si concede
come prezzo del suo potere.
Non grida, non fa
violenze
poco dignitose
non ha esteriori tracotanze
la sua mano
è soffice
come la voce.
Di che ti lamenti?
Il potere logora
chi non ce l’ha.
(5.2.1982)

 

 

 

Ricordo d’infanzia

Come un rito, ad ogni ritorno
d’improvviso m’investe
il profumo della rosa
canina che dilaga
su quella curva
sprofondata nel bosco
arcano
della mia infanzia perduta.
E gli odori intensi
dell’erba medica
appena tagliata
dei covoni fragranti
al sole di giugno
delle frugali scampagnate infantili,
cestini pieni di peperoni
rubati
e il fumo acre
ai margini del bosco
della clandestina grigliata:
il nonno che di lontano
incombe
correndo ALTISSIMO
imprecando alla nostra
incoscienza
mentre allo sbando
il gregge rischia
una venefica scorpacciata di erba medica.

 

 

 

1944-1994-cinquant’anni d’amore

(papà diceva: “da tanto soffri’ al gòde”)
Vi guardiamo
intenerite
da quei cinquant’anni
d’amore
sul volto segnati nel tempo
da fatiche e dolori
e ripensiamo, mamma,
a quelle gelide albe
in cui ti sorprendemmo
china sul lievito
del nostro
quotidiano pane
che in Vespa
papà
nel vento e nella pioggia
andava a guadagnarsi
in cantiere.
Grazie miei cari
d’averci insegnato
a camminare in salita
paghi soltanto
del calore del fuoco
intorno al quale ci stringevamo
nelle fredde
sere d’inverno
e dello splendore
delle stelle
che tu, papà, ci additavi
nelle sere chiare
di S. Lorenzo.

Dolce è oggi
essere qui
rinfrancati dall’amore
di cui vi siete circondati.

(Avigliano, 28 ottobre 1994)