Se mi avessi letto negli

occhi l’angoscia provata

dopo ogni incontro con

lui, ti saresti accorto della realtà.

Ti senti superficiale

ti senti efficace solo

per agire da cattivo

impartire leggi

da bravo soldatino.

Se guardassi intorno a te

vedresti come fili

tesi da abile burattinaio

comandano le tue azioni

non per cattiveria, per salvaguardia

di una posizione guadagnata.

Tu carnefice cieco

mentre menzogne e 

segreti si accumulavano.

Meglio sacrificare un corpo, un intelletto,

questo ceto sociale è mio

non può essere scalfito.

Un’apparenza e un inganno

troppo forti da gestire.

Chiudiamo il mostro nell’armadio,

mettiamo su un bel sorriso

nulla è successo,

tanto più se ella non ricorda

ha troppi pochi anni per

capire e nessuno cui 

farsi aiutare.


È il più debole

la vittima compatita

il carnefice non vuole

benedizioni chiede

ascolto

racconta la tua versione

dona a noi la

testimonianza

difficile da credere

barbara da udire

il solo vedere 

il tuo volto

disgusta gli spettatori

se fosse un film non avremmo

problemi a guardare

udire la voce macabra

portatrice di nausea e

incubi cosa si

nasconde alle tue spalle

un pesce più grosso

una malattia non curata

tu hai seguito le ossessioni

le pulsioni

hai scelto chi sacrificare

ora stai meglio

l’equità incombe e

il film si interrompe

la realtà freme

voglio udire due parole

portatelo via


Son lettrice

inseguo visoni

di un’esistenza

sconosciuta

al mio animo

vorrei essere

emozioni per poter

esprimere i luoghi

nascosti dentro di me

sono brandelli

sabbia fluente a

spazzare via

restano aggrappati

amari sogni

finché la

memoria depressa

se ne sbarazza

reagisce la verità

sono vuoto

chiusa in una gabbia di

vetro guardando

le vite passare

la gente

ignorarmi 

calpestandomi