VITA CONTEMPLATIVA

Molti anni fa, leggendo una riflessione di Tiziano Terzani, nauseato dai ritmi convulsi e frenetici che la società moderna impone a noi sciagurati esseri mortali; che nulla facciamo, per sottrarci all’autodistruzione, scrissi questa storiella.

Nella preistoria, a grandi linee, l’Uomo s’era adattato a vivere in tre ambienti molto diversi! Nelle caverne, a ridosso di alture; su palafitte, in riva al mare o al lago; in zone pianeggianti coperte di vegetazione.
Per necessità di cose, la sua alimentazione era costituita dal cibo che il luogo prescelto metteva più facilmente a disposizione.
Pertanto, il cavernicolo si nutriva prevalentemente di caccia; mentre coloro che vivevano su palafitte, in zone lacustri, o in riva al mare, si nutrivano di pesci!
L’Uomo preistorico che aveva scelto di vivere in zone boscose, aveva scoperto che molte piante producevano frutti commestibili!
La loro vita era scandita dall’alternarsi della luce e del buio.
All’alba, ciascuno d’essi si metteva alla ricerca del cibo necessario per sé e per la propria famiglia.
Raccolto il cibo, talvolta erano costretti a sistemare e migliorare il riparo ove trascorrevano la notte, per difendersi dalle intemperie e dai pericoli!
Qualche volta, davano la caccia a qualche animale di grossa taglia, per procurarsi la pelliccia con la quale ripararsi dal freddo!
Terminate queste incombenze, non avevano altro da fare!… Si sdraiavano pertanto a riposare, e guardavano il cielo. Durante il giorno seguivano il corso del sole, la notte guardavano la luna e le stelle!
Avevano tanto tempo per pensare. Ripensavano alla pioggia ch’era caduta copiosa; al vento che aveva scoperchiato la loro palafitta; alla capannuccia costruita su una biforcazione dei rami d’un albero gigantesco.
Qualcuno, più curioso ed intelligente, si spingeva addirittura a riflettere e a porsi delle domande: perché esistiamo?… cosa significano quei puntini luminosi in cielo?… perché nasciamo e moriamo?…
L’Uomo aveva scoperto la “Filosofia”!
Poi, un giorno, l’Uomo delle caverne che viveva di cacciagione, camminando sulla riva del mare, vide il palafitticolo intento a pescare. Incuriosito, gli si avvicinò. Dopo un certo tempo, grugnendo, il cavernicolo estrasse una lepre da sotto la pelliccia che indossava, e la offrì al pescatore. Questi, per tutta risposta, afferrati tre grossi pesci che aveva appena pescato, glieli diede in cambio.
Senza rendersene conto, avevano inventato il “baratto”!
Da quel giorno, il cavernicolo cominciò a cacciare non soltanto per se stesso e per la sua famiglia, ma anche per la famiglia del pescatore. Il tempo libero per pensare, inevitabilmente, s’accorciò.
Il palafitticolo, dal canto suo, fu costretto a fare altrettanto. Non gli era più sufficiente pescare la mezza dozzina di pesci necessari per rifocillare la famiglia. Doveva pescarne altrettanti per il cavernicolo.
Anche per lui, il tempo per riposare s’accorciava!
Trascorso ancora un certo tempo, il cavernicolo trovò l’amico pescatore intento a mordere una mela. Non aveva mai visto un cosa simile. Chiese di assaggiarla. Il gusto gli piacque.
L’amico pescatore gli confidò ch’era stato un arboricolo a portargli una decina di quei frutti.
In cambio, lui gli aveva dato dei pesci.
Il cavernicolo si precipitò nel bosco e trovò l’arboricolo; gli fece capire ch’era pronto a dargli un grosso uccello che aveva appena preso al laccio, in cambio di qualche mela. Il baratto avvenne all’istante.
Da quel giorno, il tempo dedicato alla caccia, aumentò sensibilmente. Il cavernicolo doveva passare più di mezza giornata, per riuscire ad uccidere prede sufficienti per sé e per i due amici che s’era fatto.
La sera, stanco, non aveva più voglia di guardare lo scintillio delle stelle. Si buttava sul giaciglio e s’addormentava di sasso.
Poi, un giorno, incontrò un altro cavernicolo, suo vicino, che – anziché indossare una pelliccia buttata di sghembo sulle spalle – l’aveva ben tagliata e adattata alla propria corporatura. In pratica, aveva incontrato l’antesignano del “sarto”.

Inutile dire che volle avere anche lui la sua pelliccia “su misura”!… Ovviamente, fu necessario catturare altre prede da poter barattare con tutti i “fornitori” di beni e servizi, che continuavano ad aumentare.
Come se non bastasse, un giorno vide l’arboricolo tutto ben sbarbato e con i capelli accorciati e ben tagliati. Venne così a sapere che un altro arboricolo – in cambio di quattro pesci – aveva fatto il “barbiere”!
Vanitoso, il cavernicolo volle anche lui “farsi bello”!… Tornato a casa, fu costretto a cacciare fino a notte fonda, per procurarsi le prede da barattare.
Al palafitticolo capitava la stessa storia. Per potersi permettere carne, frutta, pellicce, barbiere, era costretto a pescare tutto il giorno!
Anche lui la sera, esausto, non aveva voglia che di dormire.

Il tempo per riposare, per pensare, per filosofeggiare, era sparito!
Un brutto giorno, un antenato di Mario Draghi, inventò la “MONETA” (progenitrice dell’Euro!)!
Lo scambio di beni e servizi – che fino ad allora era stato abbastanza rallentato e farraginoso, per via della necessità di procurarsi la merce destinata al “baratto” – con l’introduzione della moneta – prese un ritmo talmente vorticoso, che i poveretti non ebbero più nemmeno il tempo per respirare!
Cominciarono tutti a deperire;… malattie prima inesistenti fecero decine di vittime;… divennero sempre più stressati e nevrastenici!
Avevano scoperto la CIVILTA’ MODERNA che Terzani – come noi tutti – ci siamo COSTRETTI a vivere!