Realtà frammentata

“La verità è una signora nuda

che si nasconde nei più strani luoghi

e va a cercare sotto i letti sfatti

dove succede poi che ti ritrovi

cercando di esser vivo

mentre poi sei semplicemente

SOLO…”

È il testo della mia canzone che di solito chiudeva i concerti (quando ne facevo ancora). Generalmente allora di solitudine non se ne parlava neanche, avevo una compagna e amici che vedevo ogni giorno e poi tra il lavoro, le trasmissioni in radio, la rivista per cui scrivevo, le ore in sala prove, i giri in moto e le sciate o le arrampicate in montagna restava ben poco tempo per sentirsi solo. Ma qualche rara volta succedeva, come in quel freddo pomeriggio invernale in cui scrissi questa canzone, stranamente triste in un periodo in cui quasi tutto mi andava bene. Per scaramanzia la intitolai “Non ne vale la pena”.

Veniva da quando mi mettevo a pensare a delle cose con cui abbiamo a che fare tutti i giorni, come la verità e la realtà… dovrebbero coincidere, ma non è detto. Cos’è la realtà? Innumerevoli le risposte possibili: è quello che resta eliminando ogni idea personale, ogni finzione, credo. Quello che trovi davanti a te prima di dargli un aspetto che si adatti al tuo umore, alla tua personalità, alle tue emozioni. Cioè quello che ti si presenta prima che tu reagisca (in qualsiasi modo), modificandolo. E può essere piacevole, positiva, incoraggiante… ma anche deludente, incomprensibile, addirittura deprimente. Può essere sostanzialmente stabile, o cambiare continuamente aspetto a seconda degli avvenimenti.

Può anche essere che la realtà come la vedo io sia diversa da come la vede qualcun altro, perché differenti esperienze e conoscenze possono portare a interpretare in maniera diversa quello che ci troviamo davanti. Anche il carattere di una persona può influire su come la pensa: un ottimista di buonumore vede certamente le cose in modo diverso da un pessimista deluso e amareggiato. Se poi il punto di vista da cui osservare le cose è volutamente “filtrato”, dà importanza a certe sfumature e ne ignora completamente altre, allora è ovvio che le opinioni saranno ben diverse da una persona all’altra.

Non parliamo poi di quelli che si sono fatti un’idea personale, ma per insicurezza o nel timore di dire qualcosa che non sia accettato dagli altri vogliono prima sentire le altre persone del gruppo e poi magari si adeguano al parere della maggioranza, senza esserne troppo convinti ma sicuri che sia la cosa migliore per essere accettati. Io in quei casi, se non credo che valga la pena di esprimere una convinzione che non si allinea a quella comune, preferisco tacere ma mi tengo le mie idee.

Peggio ancora quelli che si sono costruiti una realtà personale, magari ricordando solo gli aspetti negativi della persona con cui hanno passato anni della loro vita e cancellando forzatamente le verità scomode, a partire dalle volte in cui hanno avuto veramente bisogno della vicinanza di quella persona, “cestinata” quando non faceva più comodo (situazione che purtroppo conosco personalmente).

E come ogni giorno adesso esco dal mio mondo personale di pensieri, progetti, desideri e altro che fortunatamente contrastano quello di errori, delusioni e altre cose negative e torno a immergermi nella realtà, sperando che qualche volta la ruota giri nel verso giusto.