LA FORZA DELLA SUGGESTIONE
E’ una tranquilla mattina in ospedale pediatrico, a giro quasi ultimato. Noi medici sostiamo in crocchio, discutendo alcuni casi clinici in corridoio.
Sulla soglia di una stanzetta si affaccia un bimbo quattrenne puntandoci addosso – come contro suoi presunti aguzzini- una pistola-giocattolo, simulando a mezza voce colpi secchi .
Al quinto “Pum!” sto al gioco e mi fingo colpito a morte, quindi trascinandomi teatralmente lungo la parete mi ci lascio scivolare quasi seduto, come fossi stramazzato.
Guardo sottecchi il bimbetto smarrito impallidire, lasciar cadere l’arma “letale” e correre confuso e tremante verso l’accogliente grembo della madre sorridente.
PROVOCAZIONE
Da qualche tempo osservavo le devozioni post-prandiali di mia zia Virginia fastidiosamente disturbate da una mosca, insistente a spaziare in volo ronzante tra i suoi occhiali e le pagine consunte di un piccolo breviario che teneva in mano, impedendole così una lettura tranquilla e debitamente concentrata. Le parole sublimi di amore e mansuetudine del testo edificante, pronunciate dalla zia a fior di labbra, si alternavano ai rapidi scatti della sua mano, intesi ad allontanare la noiosa disturbatrice; finché un colpo deciso -PATAPAN!- si è infine abbattuto sulle evoluzioni incessanti dell’incauto insetto, finito miseramente spiaccicato sopra il libro di preghiere.
INCIDENTE AEREO
Pomeriggio diafano di primavera. Nella luce incerta del cielo di Rivolto gli aerei delle Frecce Tricolori si esercitano nelle rituali evoluzioni del programma. A lato della pista, dove sono schierati i mezzi di soccorso, il comandante Zardo tranquillamente comunica dalla sua postazione radio coi piloti in volo. Improvvisamente un suo gesto di rabbia, il precipitare di due sagome scure, un boato nell’impatto a terra e un enorme fungo di fuoco. Immediata la corsa dei mezzi, accompagnati dalla lugubre sirena dell’ambulanza, verso un campo vicino dove ovunque fumano rottami tra fuochi sparsi e un acre odore di carne bruciata.