Antonio Mou - Poesie

Preghiera (lingua sarda)

 

Non bengìas cun sa farci dolorosa,

non bengìas cogotàda a nieddu

ma béni sorridenti e luminosa,

de sedas dilicadas su manteddu.

 

Sorri ʼe sa vida e prus misteriosa

e de sa vida prus pagu stimada,

serra is ogus a totus dilicada

peri candu ndi leas una rosa,

 

unu frori ʼe lilgiu, unu pipìu:

pigheddu in brassus che mam’amorosa,

sonnendu paradisus, a dormiu.

 

Dona, peri tui, totu su coru

a chini ha’ tentu vida marigosa,

siad’ a cara bianca o sia moru.

 

Preghiera 

 

Non venire con falce dolorosa,

non venire col manto tutto nero,

ma vieni sorridente e luminosa

con il manto di seta più leggero.

 

Sorella della vita, il suo mistero

porti più fitto e ti dà poco amore,

chiudici gli occhi in modo delicato,

specialmente se cogli un tenue fiore,

 

uno stelo di giglio, un bimbo amato:

tienilo tra le braccia con calore,

sognando il paradiso, addormentato.

 

Mostrati, almeno tu, di cuore d’oro

a chi la vita dette tanto amaro,

sia pur di pelle bianca o sia di moro.



Bella Ciao

 

Mani di fata un’arpa, delicate

come farfalle in volo tra le rose

suonano e dalle corde, misteriose,

traggono note dolci ed ispirate.

 

L’aria tutta si colma di magia;

quella musica il seno ti trafigge

e ti trapassa l’anima, ti legge;

ti cattura il pensiero l’armonia.

 

Quando la libertà è prigioniera

la gioventù accorre numerosa

perché sogna una nuova primavera.

 

Ciao, bella, ti lascio dolorosa,

ma tornerò, ti porterò speranza,

t’amerò ancor più bella, più graziosa.


 

 

“È successo e può ancora succedere” (P. Levi)

 

È assordante il silenzio in queste tombe,

‹‹Vergognatevi ››, grida la Memoria.

È un mare di lacrime la Storia,

lacrime e sangue sono le sue onde.

 

Non deve mai guarire ogni ferita

che dolorosa ci sanguina ancora:

siano le sentinelle per la vita,

perché mai più si soffra come allora.

 

Riposa in pace, bella creatura,

sia vittima dei forni o sia del mare,

ti abbraccia la Dea Madre, la Natura.

 

Fate, per il futuro, con amore,

paradisi di vera civiltà,

con angioletti di ogni colore.


 

Ninna Nanna nella Luna

 

Chiudi gli occhi e dormi, mio tesoro:

la notte accende già tutte le stelle,

orna il cielo con tutte le sue perle:

verrà il Sonno a portare sogni d’oro.

 

Gli angioletti per te cantano in coro

le melodie più care, le più belle;

con parole e sapienza tutta loro

rendono più armoniose le storielle.

 

Potrai volare in alto col pensiero,

potrai giungere fin sopra la luna:

la cara nonna ti potrà cullare,

carezzare nel modo più leggero.

 

Intonerà una dolce cantilena,

un gran sospiro tenero d’amore,

che sgorga vivo dal suo grande cuore;

per te prega la dea della Fortuna

 

ché ti dia bene grande come il mare

e vita senza pianti di dolore. 


 

La pillola blu

 

L’età all’organismo arreca danni,

ci toglie la salute e la bellezza;

la pillola, però, malgrado gli anni,

ci illude con un po’ di giovinezza.

 

Ma un tale, con animo e coraggio,

per risvegliare il membro addormentato,

pensò di raddoppiare il suo dosaggio:

non resse il cuore troppo affaticato.

 

Dovevate vedere la cagnara!

Perdurando l’effetto anche da morto,

mezz’ora buona a chiudere la bara.

 

Ho colto il sorrisetto: non mi credi?

C’è anche chi ne prende la metà,

quanto basta per non pisciarsi i piedi.


 

 

Una Storia

 

Buona notte, riposa, bella mia.

Ombre placide calano serene

a rendere più lievi le tue pene,

meno feroce la tua malattia.

 

Cerco la tua mano, come allora.

Ricordi? Esitasti dubbiosa:

il volto si fa rosso come rosa,

la pupilla di lacrime s’infiora.

 

Presi per mano, cammina cammina,

entriamo nel passato di una storia,

la più bella che mi viene in memoria.

 

C’era una maestrina …,

passeggiava con me …,

io mi sentivo un re,

lei era la regina.


 

Come fiore di campo

 

Torna tra noi per cantare ancora,

poeta antico, i tuoi versi da incanto;

vesti con la bellezza dell’aurora

ciò che non trovi bello in questo canto.

 

Aiutami, perché viva in eterno

ogni mio verso che non dura un’ora 

e intiepidisca almeno in quest’inverno

dove illumini il freddo camposanto.

 

Ma non c’è dea, poeta, non c’è santo

che quando scrivo guidi la mia mano;

piango quando ti penso e mi abbandono

spossato al buio che colmo di pianto:

non so far altro, è la mia preghiera.

 

Vieni nel sogno a darmi il tuo conforto

 come rorida brezza della sera;

baciami lieve come il chiar di luna,

come il fiore di campo la rugiada.


 

 

Assisi (lingua sarda)

 

Assisi, cali santu t’has pesau

po animu pagili e umiltadi!

Donnia cosa ʼe su mundu hadi stimau

ca s’intendiad’ ʼe totu amigu e fradi.

 

Di fu sorri ogni stella cun sa luna,

stimà’ che sorri s’abba ʼe sa funtana

ca cosa in terra no nd’esistid’una

chi non sia’ fatta ʼe manu suberana.

 

Cumprendi, Assisi, has tentu unu profeta

chi bia ’cantu bali’ sa natura

e dd’ha cantada in versus, che poeta.

 

Imoi est imbruttau totu cantu

ca chini spaina ’donnia bruttura

no ascurta’ né Deus e né santu.

 

Assisi

 

Assisi, quale santo hai generato

quanto ad animo mite ed umiltà!

Ogni cosa presente nel creato

amò come fratello, con bontà.

 

Amò tutte le stelle con la luna,

come sorella l’acqua di fontana

enumerò le cose, ad un’ad una,

vide chiara l’impronta sovrumana.

 

Comprendi, Assisi, è stato un gran profeta

che dette il posto giusto alla Natura

e la cantò, sublime, da poeta.

 

Ora hanno sporcato tutto quanto

perché chi spande ovunque la sozzura

non ascolta mai Dio e nessun santo.