Desiderio
Oggetto e soggetto
del desiderio
Non posso controllarlo
Ma solo percepirlo,provocarlo
soffocarlo ,condannarlo,
Dimenticarlo…
Il desiderio circonda
ogni speranza
come il mare la terra
Non si può evocare
ma solo odiare o amare,
Non si può fingerlo
nè nasconderlo
Si può accarezzarlo
e con l’innocente sorriso
di un bambino,
desiderarlo.
Eros
Come tepore di brace
un canto leggero
di crisalide
giunge ai miei sensi
Chiudo gli occhi
per sognarti
ho sete di pensarti
e tutti i fauni si toccano
quando t’invento
Lentamente danzano
sul mio calice di suoni
Se ti sfioro appena
e ti respiro
tutto diventa vero
per poi subito svanire
La piuma
L’inaspettata brezza
di quest’attimo
già passato
Posa una piuma
sulla mia mano
L’accarezzo con gli occhi
e ascolto il suo silenzio
Soffice sfumatura d’aurora
tra le mie dita
Libera leggerezza
di un’erotica memoria
Vibrazione lieve
di emozioni antiche
sulla mia pelle
Vorrei trattenerla ma
è già volata
Fantasia
Una parola per volare
sull’emozione
L’immagine da inventare
per riscattare
gli sbagli fatti
Sintesi eterea e fuggevole
del desiderio
Estetica pulsione
liberatoria
Creatrice del sogno
e del tempo sorella
Nel mio stupore nuoti
come una lontra
nella sua laguna
Tango
Arrogante dono
Di un armonico suono
Con i morbidi spigoli
del sentimento
Mi disseto,
Accettando la sfida,
Al calice del mondo
Custodito nei tuoi occhi
Percezione mutevole
di passioni,
Nel torrente di eteree
sensazioni
Geometriche figure
s’inseguono nello spazio
All’inarrestabile ritmo
del creato,
Indifferente all’ultimo
abbaglio
Di una fiamma che si spegnerà
Oggi è già ieri
Del futuro
non ho memoria
Il passato resta
un velato racconto
senza inizio
Invento il sogno
di cui ho bisogno
e lo inseguo
oltre il confine
Finchè non viene
divorato dal ricordo
come al tramonto il sole
dall’orizzonte
Labirinto
Non c’è uscita
Tra i frutti e le siepi
Del labirinto
Che dentro me ho dipinto
Resta solo il dolore
Di un cuore
Confuso e smarrito
Che forse non ha mai amato
La fantasia s’incarna
In ostinato desiderio
Per aprire e lacerare
Antiche ferite
Il corpo si decompone
lentamente
Senza domande nè risposte
Nell’inerzia dell’essere
Come un variopinto uccello
Nella sua gabbia
Provo compassione
Per ciò che vive
Aspetto la primavera
Che mi sorridde
Con labbra inventate
ignorando la mia stanchezza
Non c’è uscita
In questo labirinto
che ho dipinto