A don Adriano Salvadori *
Dalle dolci pendici del Garda scendesti,
per la tua missione di Fede, sulla collina;
tra gli aridi calanchi lucani approdasti
nel paese chiamato Ferrandina.
Esso, qual parroco, ti accolse, oltre ogni dire,
in una baracca, in fiduciosa attesa
della Chiesa tutta da costruire.
Ma ciò non toccò ne tolse essenza
alla Speranza e alla tua sapienza,
che han guidato i tuoi passi, con amore,
ponendo in cammino il tuo gregge
sulle vie convergenti del Signore.
Con noi e con Ignazio, “ Camminando**”
hai portato nelle case. La Parola di Dio
hai seminato nelle nostre coscienze,
hai aperto i cuori ad una profonda riflessione,
in silenzio, con piena convinzione.
Qualche sconcerto nella cittadina
che supera l’impatto e s’incammina
qual concreto supporto e testimonianza
del sostegno materiale e morale
nel bisogno della fratellanza.
Il tuo spirito sin d’allora vagava
verso altri lidi più bisognosi,
e, senza indugio alcuno, t’incamminasti
… e un sentiero tortuoso ti portò,
tra bellezze incontaminate,
nella foresta amazzonica che t’incantò.
Per lungo tempo hai, lì, testimoniato
dell’Amore di Dio
per tutte le sue Creature,
ponendo le radici su fertile terreno,
con animo sereno, senza alcun timore,
che han poi donato rigogliosi frutti
agli occhi del Signore.
Eccoti giunto prematuramente
alla fine del sentiero terreno
e vai verso un meritato riposo nell’Attesa,
creando un momentaneo disorientamento
in coloro che ti hanno conosciuto,
in coloro che ti hanno seguito,
ancora in fiducioso cammino.
E ancora cammineranno
lungo il tuo sentiero, ormai noto,
verso le eccelse vette della Fede
con Cristiana Speranza, sul piede
di colui che in silenzio, senza brusio,
ha aperti tanti cuori all’Amore di Dio.
* (morto. il 19.01.2014). ** Giornalino parrocchiale.
Alla mia Terra
Lucania mia,
ti ho vista, nascendo nel primo degli anni quaranta,
solitaria e abbandonata,
laboriosa, ma logorata da stenti.
Ti ho rivista negli anni cinquanta
coi miei occhi di adolescente,
risalire la china aspra e tortuosa
con vigore, per guadagnar la cima.
Ti ho seguita negli anni sessanta
con tutte le mie illusioni:
il metano ci ha fatto sognare
e sperare in un domani migliore.
Nei settanta, arrancando, da presso,
anche se lentamente,
abbiamo perso il passo
e siamo ricaduti dentro al fosso.
Ora, giunti agli inizi degli ottanta,
il sisma ha distrutto
molto di più degli uomini.
Cosa in futuro ci aspetta?
Resuscitare o morire?
Soffrire o gioire?
Sì, l’una e l’altra insieme,
giacché gioia perviene
raggiungendo aspra meta.
Benché lesi in più parti,
rialziamoci, Lucani!
Con passo fermo riprendiamo il cammino
anche contro un avverso destino.
Aurora potentina
Aloni di rosa
riflettono nell’azzurro schiarente
l’aurora del nuovo mattino.
Dall’ampia vetrata assaporo
la gioia del primo risveglio
in un lettino della camerata.
L’incanto mi rapisce
e rasserena il mio spirito
turbato dalle ombre della notte; …
e volo insieme alle rondini
in uno spazio libero, senza confini.
Chiesetta del villaggio
Tra verdi giganti che si alzano a gara
del monte Antelao sull’aspra pendice,
esile, snella, qui spunta la croce
della chiesetta del nostro villaggio:
Tra le chiome ondeggianti di pini e di abeti,
l’attento viandante a tratti intravede
il suo tetto spiovente,
che quasi si confonde con l’ambiente
e all’armonia del luogo ben risponde.
Tutto è silenzio intorno …
Solo di tanto in tanto
solingo augello dal melodioso canto
spande nell’aria richiamo suo d’amore,
come il rintocco della tua campana,
che aduna in sé nel giorno del Signore
piccoli e adulti in cui grande è il desio,
col cuore aperto all’ascolto,
di fare proprio il verbo dell’Iddio,
il qual entra in ciascun, senza fragore,
e il mondo scuote dalle radici,
senza alcun rumore.
Poi, tutto tace …
ed ognuno ritorna nel suo mondo,
ove, ciascun regnando, più non cura
la voce di una vita duratura.
… e tu chiesetta ritorni nel silenzio,
ma ti faranno sempre compagnia
l’umile flora e fauna
e l’Amore di Dio.
Inno al Sole
Il dolce Sol che ancora un dì ha passato
Insieme a tante creatur mortali,
egli che un po’ di gioia ancora ha dato
al vecchierello e a quei che portan l’ali,
tramonta alfine, scontento,
nel suo andare lento
ti sembrano sconsolati
quando dagli ermi colli
lascia partire i raggi suoi dorati.
Eccolo proseguir per la sua via
a portar vita e luce in altri lidi;
giammai si ferma e insieme a noi confida
nella buona volontà del Creatore,
che l’universo regge e tiene in vita,
nella speranza che ognuno di noi
al grande atto di Amor risponda
Amore
in armonia con l’Infinito.
Monte Pelmo
Sorgi, ti elevi, sporgi,
tra pini e abeti ergi la tua rugosa fronte
che il solleone riscalda
e sfiora la tua gelida gota nel vano tentativo
di schiuder le tue labbra ad un sorriso.
Monte Pelmo, tu dormi e vanamente
di tramontana il vento sferza il tuo viso;
invano rugiada ti bagna al mattino;
inutilmente lenta,
la bruma ti accarezza al vespro;
inane saetta tenta
scuoter tuo sonno nel meriggio estivo.
Tu dormi perché duro è il tuo cuore,
di sasso, come il guanciale tuo,
giacché anche se grido a più non posso
solo eco risponde al mio richiamo.
Pelmoooh! Ti chiamo,
ma tu, sì, dormi ancora e sogni …
Nobili gesta dei tuoi cari figli
crebbero a dismisura in te l’orgoglio,
giungendo insieme a te alla vittoria
in una patria redenta.
La verde flora ti culla
tra lo stormir dei sempiterni abeti
e il mormorio del Boite
ti giunge quale suon di ninna nanna.
Dormi, Pelmo, dormi!
… e l’Antelao che ti sta di fronte
Veglia il tuo sonno.
Resurrezione
E’ tornata la Primavera
coi suoi vestiti variopinti,
con le brezze mattutine frizzanti,
con un sorridente Sole,
che cala sempre più tardi a sera;
con le rondini svolazzanti
in cieli ampi e sereni.
Sì, essa è tornata ancora
col festoso rintocco delle campane
dai campanili echeggianti
in contrade vicine e lontane,
che annunziano del Signore
la sua Resurrezione.
… E noi con lui, sorgiamo a nuova vita
fatta di Amore, di AMOre, di AMORE!
Mai più odi, rancori, sopraffazioni!
Aiutaci, Signore, a testimoniare
la volontà con le concrete azioni.
Risale una stella
Risale una stella
tra i mondi dello spazio infinito;
più ella s’alza,
sempre più risplende
il suo etereo sorriso,
colmo dell’Amore di Dio
che invade la stella
e la conquista alla Sua Gloria,
e lascia ora cader lieve zavorra
che appena tenea il suo spirito
avvinto alle umane coscienze
Si, ancor vivente,
di già ei si librava
dalle umane miserie,
ogn’or cosciente
di dover donare al prossimo
tutto del suo sapere umano,
senza mai nulla chiedere,
nella sicura Cristiana Speranza
di costituirsi un tesoro
nel Regno dei Giusti,
al cospetto di Dio.
Matera 2019
Cava del Sol ribolle stamattina
di musici europei ed italiani;
ad ascoltar, nell’aria frizzantina,
son tanti, molti, e a battere le mani.
Pria la Gioiosa e poi L’inno alla Gioia
hanno gonfiato i petti esecutori
tal da slegare i nodi alla pastoia
di mani e lingue degli ascoltatori.
Poi, con la gioia in cuor tutti si va
nel tanto amato Sasso Materano;
La Sicurezza è lì e all’erta sta
perché il gioioso possa andar lontano.
Tante le meraviglie da apprezzare:
case dentro il tufo, chiese rupestri,
viottoli e sentier di pietre rare,
di fluvial sassi posti dai maestri.
Ed ecco si fa sera e, in un momento,
duemila diciannove lumicini,
danno lustro, come se si tenessero per mano,
tra i Sassi, caveoso e barisano
I lumicini riportan lo splendore
e fanno luce al passo del … Signore;
Ei, finalmente, riprende il suo cammino
e si fa luce chiara il lanternino
per rischiarar le menti pel domani
di tutto il Sud, insieme, a pari passo,
libero dalle pastoie che aveva addosso.
A San Giovanni Battista
O uomo della Terra, gran signore,
apri il tuo cuore! Ascolta,
senza paura, senza alcun timore,
la voce d’uno che grida nel deserto.
E’ la voce di Giovanni Battista,
che non si stanca mai di spronarci,
a convertirci e a purificarci.
Da venti secoli ci chiama;
la sua eco supera monti e valli
e, rafforzando il cuor di chi lo ama,
approda ovunque, in vie maestre o calli.
Anche se aspro è il suo cammino,
ei non demorde e mai lo abbandona
la voglia di accendere il lumicino
negli uomini, che eterna vita dona.
Vorrebbe tanto che s’avveri un sogno
che nella notte vegli intra i mortali
ove ciascun di noi senta il bisogno
di sollevarsi, di mettere le ali …
La notte, il buio, pian piano scompare
e il lumicino rafforza la sua luce,
le tenebre comincia a rischiarare
e dalle stesse fuori ci conduce.
… Ecco, è l’alba di un nuovo giorno
infinitamente lungo, promotore
di Fratellanza e di Fede nel Signore.