Giuseppe Bitonto - Poesie

A don Adriano Salvadori *  

 

    Dalle dolci pendici del Garda scendesti,

per la tua missione di Fede, sulla collina;

tra gli aridi calanchi lucani approdasti

nel paese chiamato Ferrandina.

Esso, qual parroco, ti accolse, oltre ogni dire, 

in una baracca, in fiduciosa attesa

della Chiesa tutta da costruire.

     Ma ciò non toccò ne tolse essenza

alla Speranza e alla tua sapienza,

che han guidato i tuoi passi, con amore,

ponendo in cammino il tuo gregge

sulle vie convergenti del Signore.

     Con noi e con Ignazio, “ Camminando**

hai portato nelle case. La Parola di Dio

hai seminato nelle nostre coscienze,

hai aperto i cuori ad una profonda riflessione,

in silenzio, con piena convinzione.

     Qualche sconcerto nella cittadina

che supera l’impatto e s’incammina

qual concreto supporto e testimonianza

del sostegno materiale e morale

nel bisogno della fratellanza.

     Il tuo spirito sin d’allora vagava

verso altri lidi più bisognosi,

e, senza indugio alcuno, t’incamminasti

… e un sentiero tortuoso ti portò

tra bellezze incontaminate,

nella foresta amazzonica che t’incantò. 

     Per lungo tempo hai, lì, testimoniato

dell’Amore di Dio

per tutte le sue Creature, 

ponendo le radici su fertile terreno,

con animo sereno, senza alcun timore, 

che han poi donato rigogliosi frutti

agli occhi del Signore.

     Eccoti giunto prematuramente

alla fine del sentiero terreno

e vai verso un meritato riposo nell’Attesa,

creando un momentaneo disorientamento

in coloro che ti hanno conosciuto,

in coloro che ti hanno seguito,

ancora in fiducioso cammino.

E ancora cammineranno 

lungo il tuo sentiero, ormai noto,

verso le eccelse vette della Fede

con Cristiana Speranza, sul piede

di colui che in silenzio, senza brusio,

ha aperti tanti cuori all’Amore di Dio.

      

* (morto. il 19.01.2014).  ** Giornalino parrocchiale.


 

Alla mia Terra 

 

Lucania mia,  

ti ho vista, nascendo nel primo degli anni quaranta,

solitaria e abbandonata,

laboriosa, ma logorata da stenti.

Ti ho rivista negli anni cinquanta

coi miei occhi di adolescente,

risalire la china aspra e tortuosa

con vigore, per guadagnar la cima.

Ti ho seguita negli anni sessanta

con tutte le mie illusioni:

il metano ci ha fatto sognare

e sperare in un domani migliore.

Nei settanta, arrancando, da presso,

anche se lentamente,

abbiamo perso il passo

e siamo ricaduti dentro al fosso.

Ora, giunti agli inizi degli ottanta,

il sisma ha distrutto

molto di più degli uomini.

Cosa in futuro ci aspetta?

Resuscitare o morire?

Soffrire o gioire?

Sì, l’una e l’altra insieme,

giacché gioia perviene

raggiungendo aspra meta.

 

Benché lesi in più parti,

rialziamoci, Lucani!

Con passo fermo riprendiamo il cammino

anche contro un avverso destino.


 

Aurora potentina 

 

Aloni di rosa

riflettono nell’azzurro schiarente

l’aurora del nuovo mattino.

 

Dall’ampia vetrata assaporo

la gioia del primo risveglio

in un lettino della camerata.

 

L’incanto mi rapisce 

e rasserena il mio spirito

turbato dalle ombre della notte; …

e volo insieme alle rondini

in uno spazio libero, senza confini.


 

 

Chiesetta del villaggio

 

Tra verdi giganti che si alzano a gara

del monte Antelao sull’aspra pendice,

esile, snella, qui spunta la croce

della chiesetta del nostro villaggio:

Tra le chiome ondeggianti di pini e di abeti,

l’attento viandante a tratti intravede

il suo tetto spiovente,

che quasi si confonde con l’ambiente

e all’armonia del luogo ben risponde.

 

Tutto è silenzio intorno … 

Solo di tanto in tanto

solingo augello dal melodioso canto

spande nell’aria richiamo suo d’amore,

come il rintocco della tua campana,

che aduna in sé nel giorno del Signore

piccoli e adulti in cui grande è il desio,

col cuore aperto all’ascolto,

di fare proprio il verbo dell’Iddio,

il qual entra in ciascun, senza fragore, 

e il mondo scuote dalle radici, 

senza alcun rumore.

 

Poi, tutto tace … 

ed ognuno ritorna nel suo mondo,

ove, ciascun regnando, più non cura

la voce di una vita duratura.

 … e tu chiesetta ritorni nel silenzio,

ma ti faranno sempre compagnia

l’umile flora e fauna

e l’Amore di Dio.


 

Inno al Sole

 

Il dolce Sol che ancora un dì ha passato

Insieme a tante creatur mortali,

egli che un po’ di gioia ancora ha dato

al vecchierello e a quei che portan l’ali,

tramonta alfine, scontento,

nel suo andare lento

ti sembrano sconsolati

quando dagli ermi colli

lascia partire i raggi suoi dorati.

 

Eccolo proseguir per la sua via

a portar vita e luce in altri lidi;

giammai si ferma e insieme a noi confida

nella buona volontà del Creatore,

che l’universo regge e tiene in vita,

nella speranza che ognuno di noi

al grande atto di Amor risponda

Amore

in armonia con l’Infinito.


 

Monte Pelmo

 

Sorgi, ti elevi, sporgi,

tra pini e abeti ergi la tua rugosa fronte

che il solleone riscalda

e sfiora la tua gelida gota nel vano tentativo

di schiuder le tue labbra ad un sorriso.

Monte Pelmo, tu dormi e vanamente

di tramontana il vento sferza il tuo viso;

invano rugiada ti bagna al mattino;

inutilmente lenta,

la bruma ti accarezza al vespro;

inane saetta tenta

scuoter tuo sonno nel meriggio estivo.

Tu dormi perché duro è il tuo cuore,

di sasso, come il guanciale tuo,

giacché anche se grido a più non posso

solo eco risponde al mio richiamo.

Pelmoooh! Ti chiamo,

ma tu, sì, dormi ancora e sogni …  

Nobili gesta dei tuoi cari figli

crebbero a dismisura in te l’orgoglio,

giungendo insieme a te alla vittoria

in una patria redenta.

La verde flora ti culla

tra lo stormir dei sempiterni abeti

e il mormorio del Boite

ti giunge quale suon di ninna nanna.

Dormi, Pelmo, dormi!

… e l’Antelao che ti sta di fronte

Veglia il tuo sonno.


 

Resurrezione

 

E’ tornata la Primavera

coi suoi vestiti variopinti, 

con le brezze mattutine frizzanti,

con un sorridente Sole,

che cala sempre più tardi a sera;

con le rondini svolazzanti

in cieli ampi e sereni.

 

Sì, essa è tornata ancora 

col festoso rintocco delle campane

dai campanili echeggianti

in contrade vicine e lontane,

che annunziano del Signore

la sua Resurrezione.

 

… E noi con lui, sorgiamo a nuova vita

fatta di Amore, di AMOre, di AMORE! 

Mai più odi, rancori, sopraffazioni!

Aiutaci, Signore, a testimoniare

la volontà con le concrete azioni. 


 

Risale una stella

                           

Risale una stella

tra i mondi dello spazio infinito;

più ella s’alza,

sempre più risplende

il suo etereo sorriso,

colmo dell’Amore di Dio

che invade la stella

e la conquista alla Sua Gloria,

e lascia ora cader lieve zavorra

che appena tenea il suo spirito

avvinto alle umane coscienze

 

Si, ancor vivente,

di già ei si librava

dalle umane miserie,

ogn’or cosciente

di dover donare al prossimo

tutto del suo sapere umano,

senza mai nulla chiedere,

nella sicura Cristiana Speranza

di costituirsi un tesoro

nel Regno dei Giusti,

al cospetto di Dio. 


 

 

Matera 2019         

                                                                                       

Cava del Sol ribolle stamattina                                                        

di musici europei ed italiani;

ad ascoltar, nell’aria frizzantina,                                                       

son tanti, molti, e a battere le mani.

Pria la Gioiosa e poi L’inno alla Gioia                                              

hanno gonfiato i petti esecutori                                                          

tal da slegare i nodi alla pastoia                                                        

di mani e lingue degli ascoltatori.                                                      

Poi, con la gioia in cuor tutti si va

nel tanto amato Sasso Materano;                                                   

La Sicurezza è lì e all’erta sta

perché il gioioso possa andar lontano.

Tante le meraviglie da apprezzare:                                                        

 case dentro il tufo, chiese rupestri,                                                   

viottoli e sentier di pietre rare,                                                         

di fluvial sassi posti dai maestri.

Ed ecco si fa sera e, in un momento,                                                  

duemila diciannove lumicini,                                                              

danno lustro, come se si tenessero per mano,                                

tra i Sassi, caveoso e barisano                                                             

I lumicini riportan lo splendore                                                             

e fanno luce al passo del … Signore;                                                      

Ei, finalmente, riprende il suo cammino

e si fa luce chiara il lanternino                                                                   

per rischiarar le menti pel domani                                                          

di tutto il Sud, insieme, a pari passo,                                                       

libero dalle pastoie che aveva addosso.                                                


 

A San Giovanni Battista

 

O uomo della Terra, gran signore,

apri il tuo cuore! Ascolta,

senza paura, senza alcun timore,

la voce d’uno che grida nel deserto. 

E’ la voce di Giovanni Battista,

che non si stanca mai di spronarci,

a convertirci e a purificarci.

Da venti secoli ci chiama;

la sua eco supera monti e valli

e, rafforzando il cuor di chi lo ama,

approda ovunque, in vie maestre o calli.

Anche se aspro è il suo cammino,

ei non demorde e mai lo abbandona

la voglia di accendere il lumicino 

negli uomini, che eterna vita dona.

Vorrebbe tanto che s’avveri un sogno

che nella notte vegli intra i mortali

ove ciascun di noi senta il bisogno

di sollevarsi, di mettere le ali …

La notte, il buio, pian piano scompare

e il lumicino rafforza la sua luce,

le tenebre comincia a rischiarare

e dalle stesse fuori ci conduce.

… Ecco, è l’alba di un nuovo giorno

infinitamente lungo, promotore

di Fratellanza e di Fede nel Signore