Biografia

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Leonardo Sabbadini nasce il 24 ottobre a San Giorgio di Mantova dove vive e
consegue il diploma di disegnatore di architettura e arredamento, presso l’Istituto Statale d’Arte G. Romano di Mantova.
Durante il periodo scolastico si appassiona alla musica dove impara a suonare la chitarra per qualche anno sulle canzoni dei Nomadi, Litfiba, Queen ecc.
Sempre durante il periodo adolescenziale, il Sabbadini diventa un accanito
lettore/collezionista di fumetti che spaziano dal fumetto italiano della Bonelli come Dylan Dog, Nathan Never e Legs Weaver fino al vasto mondo del fumetto manga giapponese,,, grazie a questa passione unita allo studio, il Sabbadini cova il sogno nel cassetto di diventare un disegnatore o illustratore di fumetti, cosa che purtroppo non avviene per motivi di lavoro.
Nonostante il lavoro, Leonardo non perde la passione per l’arte figurativa,,, figlio della città che ha dato i natali ai Madonnari da oltre cinquant’anni,,, si accosta un po’ per curiosità, un po’ per divertimento, all’arte effimera con tecnica a gessetto,,, non curandosi dell’esito del concorso, Leonardo, sperimenta tecniche nuove ed innovative che gli valgono una grande soddisfazione personale, quando il famoso critico d’arte Philippe Daverio apprezza particolarmente l’opera in bianco e nero in stile pop art,,, una mosca bianca in mezzo ad altri artisti ispirati dallo stile classico rinascimentale.
Il Sabbadini non solo si “inventa” come artista, ma a quarant’anni, si avvicina alla poesia scrivendo e decantando dapprima versi in dialetto mantovano, poi in lingua italiana,,, in un solo anno ha dato alla luce una cosa come un centinaio di poesie (solo quelle conosciute, a detta sua sono di più, perché alcune di queste sono state dedicate a persone a lui molto care e per questo non sono pubblicabili)
Il neo scrittore, nonostante fosse a completo digiuno delle nozioni su come scrivere, crea componimenti ad istinto,,, senza seguire una metrica prestabilita o influenzato dalle correnti letterarie; quello che deve scrivere lo scrive, senza preamboli, senza giri di parole nella più assoluta semplicità.
Leonardo, a causa della sua forte autocritica, non si è mai voluto considerare un vero artista (anche se a mio parere lo è eccome,,, ma lui non mi crede anche se glielo dico!),,, cito le sue parole “gli artisti, quelli veri e quelli bravi sono altri… Non io!”, oppure “i poeti quelli bravi sono altri… Io sono ignorante come una frittata!”, non riesce a crede nelle sue reali capacità.
Il Sabbadini,,, eclettico, spontaneo, istintivo, istrionico, fantasioso, anche se tende a nascondere la sua natura schiva, ha la tendenza ad isolarsi e stare conto suo, possiede uno spirito autocritico molto alto, quasi feroce fino ad arrivare ad un autolesionismo interiore che sfocia a volte con la più crudele autoironia.

È sempre in cerca di approvazione influenzato dal contesto in cui vive,,, ricerca la sua identità attraverso gli occhi delle persone a cui tiene molto e che frequenta; questo lo porta ad avere delle incomprensioni e a far sembrare il suo modo d’essere profondamente insicuro come se fosse narcisista.
La sua sensibilità lo porta a possedere una dote empatica da immedesimarsi nelle sensazioni che prova la gente che gli sta intorno o addirittura a raccontare nei suoi scritti le sensazioni che possono provare i protagonisti degli stessi come se fossero vissute dall’autore stesso in prima persona. La sua poesia rispecchia pertanto la sua personalità, a volte borderline che segue il suo umore e ripercorre il pensiero filosofico del Decadentismo (ogni riferimento è puramente casuale a detta sua) un movimento letterario sviluppatosi a metà dell’800 in Europa, dove mistero, ambiguità,
indecifrabilità, sono alcune delle basi, libertà di una struttura razionale del pensiero, allucinazione, delirio, etc,,, tra i suoi migliori esponenti ricordiamo il Baudelaire che si ispira ad Edgar Allan Poe autori che rivediamo in alcune opere del Sabbadini come, “Le sorelle”, “Mostro” e “Zombie”.
Una parte importante nella vita dell’artista come fonte di ispirazione sono le donne, una in particolare, ella ha occupato un posto di primaria importanza nel suo cuore, la sua più grande e cara amica Agata, lei, per Leonardo, è stata una fonte di ispirazione e un monito di vita (anche dopo la separazione, molto sofferta da parte dell’amico) ,,, oseri un paragone con il dolce Stil Novo del Dante degli Alighieri dove il suo rapporto con Beatrice potrebbe essere un esempio azzeccato.
Il Sabbadini in alcune sue opere, si ispira alle donne (in primis ad Agata) che paragonate ad un fiore e vengono da lui viste non solo come amore ma anche come salvatrici dell’uomo,,, cito: “Le imperfezioni, le particolarità, l’unicità e la rarità di un fiore ad una donna dall’animo prezioso” o come “una cometa che solca il firmamento incrocia l’orbita di
un pianeta per un determinato periodo di tempo e se ne va via” oppure ad “un uccellino azzurro sfuggente che nessuno riesce a prendere”
Leonardo Sabbadini è tutto questo…
Un gran casino vivente (sempre a suo parere)

 
Biografia di Maria Rosaria Boccuto
Revisione di Leonardo Sabbadini