Maria Grazia Cavagnero - Poesie e Racconti

Titolo della Raccolta: “Batticuore”

 

Bacio di luna

 

Vedo salire alte fiamme d’arcano

oltre la luna fatale di ghiaccio.

Sento il respiro di angeli nudi,

madreperlati dall’acqua del fiume,

mentre io ardo per te, bacio di luna.

 

Ed i miei pensieri incalzano ed urgono,

polveri di cocaina purissima,

incrociate, aggrovigliate, affollate

endorfine, di Eros regine,

ed una vita s’infila nell’altra.

 

Le labbra tue lunari s’accendono

e il mio sangue diviene emozione,

emozione incompiuta, mio sogno

sognato e poi subito perso,

forse effimera stella, forse solo

meteora senza tempo e destino.

 

Ora cammino su paillettes colorate

ed il manto stradale, mio amico piovoso,

mi è compagno di luce.

Ma tu dove sei, bacio di luna?


 

L’angolo

 

Il volto contro l’angolo del muro,

il corpo addossato alla parete.

 

Le spalle nude svegliate da labbra

ridisegnate da nuovi contorni,

le spalle ridestate da carezze

di baci roventi, in questo luglio.

E la voce, mutata dal piacere,

è dolce, anche pastosa e reclamante,

come un dono, il gioco più amato.

E il tuo corpo si modella sul mio,

come tigre che gioca sulla preda.

 

Il volto contro l’angolo del muro,

il corpo addossato alla parete.



Monogamia

 

Monogamia: virtù d’amore.

Ostrica nel mare inargentato

con la propria perla che riluce.

Corteccia marezzata d’autunno

coniugata all’albero felice.

Chicchi rossi, lucenti e umidi,

croccanti essenze di melograno.

Fiore multicolore ed aulente

intrecciato all’intimo pistillo.

Così annodati, donna con uomo,

donna con donna, uomo con uomo,

incastonati da scelta e Sorte

nella virtuosa monogamia.



Alba lecita

 

Verde fragranza

di resina e di muschio,

profumo di pini

e di umide foglie

il magico bosco esala.

Nell’alba che s’arancia,

nella casetta che vola

felice nella radura,

sotto l’ala lecita e sicura

di braccia spose,

gioia profonda di risvegliarsi.



Alba illecita

 

Voglia di spogliarmi per te, stanotte,

mentre tu, tra guépiere e tulle nero,

mi perlustri e del tuo azzurro mi percorri.

Le spalle ignude e candide, il corpo

premuto sopra il tuo desiderio,

sotto la stoffa sottile di un abito

grigio perla e chiccoso, un po’ lucido

e amoroso, che più non resiste

sulla tua pelle calda e pulsante.

Un’emozione violenta e sgorgata

dal fiore musicale dei Simply Red,

in un’alba di gioia rosa, Sunrise,

e d’amore. È proprio “sunrise” per noi,

solo uno dei tanti amori spaiati,

“sunrise”, e forse sboccerà il giorno

degli amanti liberi o è già forse

sbocciato tra illecite e gaie note.

Nuda, la pelle di zagare bianche

fiorisce, premuta contro la tua,

e le mie labbra anche germogliano

nel tuo morbido miele d’acacia,

mentre un tango stellato, in questa notte,

il mio corpo danza con te, amore,

nutrimento rubato a chi non lo sa.

Do re sol la si do, noi due allacciati,

persi l’uno nell’altra e ubriacati,

ci siamo bevuti e assaporati,

complice, la fredda notte d’inverno.


 

Sorprese nascoste (poesia che partecipa al Concorso)

 

Gocce di ginger e lemon nel nostro

cioccolatino della Dolce Vita,

da gustare finchè non è finita,

celate come monache nel chiostro.

 

Ma pure il vermetto c’è nella mela,

della buona polpa gran corruttore,

che dentro si torce, profanatore

nascosto, come il filo d’una tela.

 

Infinite sorprese da scoprire:

nelle ostriche perle d’oro e lucenti,

rinchiusi beni e mali dentro il corpo,

 

un virus, che esplode come un torto

e divampa su vittime innocenti,

un amore segreto per morire.



Celata et manifesta

 

Celate certe ed altre manifeste

sono le cose del nostro vivere,

tanto che l’ansietà nasce di scrivere

di tutte sull’ampia volta celeste.

 

 

Nascosti i garigli dentro le noci,

palese il verde delle tamerici,

celate degli alberi le radici

e manifeste del vento le voci.

 

 

Ma non è sempre cattivo il celato

e non è sempre buono il palesato,

se noi, con acume, abbiamo pensato.

 

 

L’incanto talvolta sta nel celare,

come il seme dentro il ventre materno,

o, come fa la luna, nel mostrare.


Titolo della raccolta: “ Identità da svelare”

 

Racconti brevi

 

Black and white

 

Cari lettori,

come mi chiamo? Chi sono?

 

Se mi vesto di bianco, allora tutto va bene. È positivo. Le mie azioni diventano benefiche.  Una Fata buona. Miglioro la vita delle persone e del mondo intero. Ma se mi vesto di nero…,è tragico. Faccio danni a chiunque e dappertutto. Una Strega. Provoco catastrofi tra le persone e nel mondo. Sono bivalente e molto ambigua, lo so. Dipende dagli altri servirsi di me nel modo più giusto.

 

 Pensate che una volta, in cui indossavo un delizioso piumino “bianco” con cappuccio orlato di visone -era inverno inoltrato e  faceva un gran freddo- ho detto a un uomo molto innamorato di sua moglie, mia carissima amica, che lei non stava nascondendogli nulla, anche se, spesso, si attardava in bagno, contrariamente alle sue abitudini; gli ho detto che stava semplicemente chiusa in bagno per fare toelette, massaggiarsi il corpo con la crema, farsi la maschera di bellezza, profumarsi…; ho aggiunto che mi aveva confidato lei stessa quanto le piacesse attardarsi in quelle operazioni; mentre in realtà io sapevo ( me l’aveva detto lei con dovizia di particolari) che stava inviando fotografie piccantissime al suo amante, con panorami inequivocabili e parti anatomiche molto intime, immortalate su Whatsapp solo per lui. Gli amanti hanno continuato a vedersi, ma il marito innamorato ha continuato ad ignorarlo. Ho salvato un matrimonio di lunga data, con tanto di figli. Io, infatti, ricevo le intime confidenze di chi voglio e tutti mi credono.

 

E quando, con addosso un abito di lino “bianco” -era piena estate, faceva un gran caldo-  ho detto ad una persona, malata terminale di cancro, che c’era una nuova cura sperimentale per lei, che bisognava provarla, che i risultati, in alcuni casi, erano stati meravigliosi? Le ho dato l’unica cosa che non va mai tolta a nessuno. La speranza. Spes ultima dea.

 

E quel giorno in cui, con un abito di taffetas “bianco” elegantissimo e scarpe tacco dodici –stavo andando ad una festa-  ho incontrato un’amica nota per la sua bruttezza e insicurezza? È stato emozionante. Lei aveva sempre paura di fare brutta figura e naturalmente nessun  fidanzato. Indossava un completo che la ingoffava e la faceva sembrare anche più grassa. Il colore, verde, di certo non le donava. Inoltre non l’accenno ad un sorriso. Era pure di cattivo umore. Anche lei era invitata alla festa di compleanno di un’amica comune.

Ebbene, mi ha chiesto un parere sulla sua mise e sull’immagine che offriva di sé. Io ho detto che era molto graziosa e che, se avesse sorriso, tutto sarebbe andato bene.

Lo sapete che, forte del mio incoraggiamento, convinta dalle mie parole, resa più forte da me, ha pure trovato il fidanzato a quella festa? Perché si è ciò che ci si sente di essere. E se ci piacciamo, anche gli altri ci ammirano. 

Che meraviglia avere questa capacità di persuasione, oserei dire quasi di plagio…

 

Ma un giorno d’autunno -la giornata era fredda, grigia, umida, il cielo livido, l’aria tagliente- in cui indossavo un tailleur “nero” molto chic, mentre mi avviavo verso l’ufficio, presi questa decisione: avrei raccontato al mio capo che un collega, con un incarico di grande responsabilità, da anni nella nostra azienda, aveva rivelato importanti informazioni aziendali, assolutamente top secret, ad un’impresa concorrente. Avrei affermato che io ne ero certa.

Dato che godevo di un’ottima reputazione ed avevo molto potere, sarei stata creduta. Lo feci. Il collega venne licenziato in tronco e, già fragile di nervi, si suicidò. Aveva famiglia, figli e una bella vita. Era giovane, intelligente, attraente e pieno di fascino. Ed io presi il suo posto nell’azienda!

 

Questa sono io. Ho forse più potere di persuasione di quanto meriti, smania di protagonismo e sono affetta da autocompiacimento. Lo so.

 

E fu in un giorno di primavera, mentre passeggiavo in riva al Po -faceva ancora un po’ freddino e tirava vento, io mi avvolgevo nel mio cappotto “nero” per riscaldarmi- che pensai di fare una telefonata a un’amica che sapevo gelosissima. Le dissi di aver visto suo marito in gentile compagnia al ristorante. Il suo atteggiamento non lasciava adito a dubbi sulla natura del rapporto con la giovane donna che aveva davanti. L’avevo visto anche, appena uscito dal ristorante, per strada, mentre la baciava appassionatamente,  spingendola contro un muro, incurante di essere in mezzo alla gente. La mia amica mi credette. Di lì a qualche mese, il loro matrimonio finì. Ma a me lui era sempre piaciuto…

 

E voglio ancora raccontarvi questo episodio perché così mi possiate giudicare con più elementi a disposizione.

 

Ero in vacanza al mare, in spiaggia. Costume rigorosamente “nero”, sexy, con inserti di pizzo e trasparenze. Giornata stupefacente di sole, aria limpida, mare blu cobalto. Avevo appena terminato di gustare un delizioso pranzetto a base di pesce nel ristorantino della spiaggia. Dissi al personale di sentirmi malissimo e feci chiamare il 118. Rivelai, in ospedale, di avere mangiato del pesce avariato, che sicuramente mi aveva fatto male e che il cibo del ristorantino della spiaggia aveva già fatto stare male parecchie persone. Alcune erano state intossicate, altre avevano contratto l’epatite. Poi telefonai ad un mio caro amico giornalista che ovviamente non dubitò neanche per un attimo delle mie parole. Scrisse un pezzo denigratorio sul locale. Insomma, in breve tempo, il ristorantino della spiaggia dovette chiudere.

 

Ma ora sto meditando di intervenire ad un importantissimo incontro sulla pace tra Capi di stato per scatenare un grave incidente diplomatico. Indosserò un completo costosissimo , giacca e pantaloni, “nero”, di lurex. Basterà qualche mia parolina piena di falsità, sussurrata con eloquenza  nelle orecchie della persona giusta…

 

Ultimamente, però, sono un po’ preoccupata perché le mie macchioline bianche sulle unghie stanno aumentando a dismisura. Tra non molto, dovrò indossare sempre guanti. “Bianchi” oppure “neri”. A seconda. Pazienza! Temo anche che mi crescerà il naso e , per una come me, sarebbe un autentico dramma…E non pensiate che la gente non mi creda, che voglia verificare la fondatezza delle mie affermazioni! Tutti mi credono.

Se sono “Bianca”,  compio solo azioni amorevoli.

Se sono “Nera”, divento tanto perfida.

Nessuno osa dubitare di ciò che dico, neanche per un solo istante, perché io sono B.

Io sono la Bugia.


Divina

 

Cari lettori,

come mi chiamo? Chi sono? 

 

Io sono divina: l’unica al mondo che, pur senza alcune parti del mio prezioso ed inafferrabile corpo, conservo tutta, ma proprio tutta, la mia magnificenza.

A volte silenziosa, quieta, rasserenante, dolce. A volte contraddittoria, disperata, urlante, spietata.

Enigmatica e fascinosa. Troppi aggettivi? Forse, ma io sono così ricca di aspetti, sfaccettature, sfumature…

 

E che incantatrice di poeti, pittori, musicisti, artisti! Ho scatenato passioni travolgenti.

Io ho la capacità di fare innamorare di me e non solo, di far innamorare gli altri, di inebriarli.

Chi di voi non ha avuto una relazione, anche breve, o un momento d’idillio, con me? Nessuno, ne sono certa.

Qualcuno disse che il primo uomo che mi raggiunse, mi violò, ma non è affatto vero. Venne da me anche Astolfo a cavallo dell’ippogrifo e poi arrivò quel pazzo del barone di Münchausen.

 

Non so con sicurezza chi siano i miei progenitori, purtroppo. Non si può avere tutto. Mi sono rassegnata. Ringrazio comunque chi mi ha dato la vita per il potere che è nato insieme a me. Sapeste cosa riesco a fare, quali eventi, comportamenti e stati d’animo sono in grado di influenzare.

Vivo in un luogo immenso, ho tanto spazio intorno a me… e che compagnia! Voi non avete proprio idea di cosa si provi, in questi casi. C’è da impazzire dalla gioia. Mi piacerebbe tanto che foste qui con me, nel mio mondo, ma non è una cosa facile.

Mi piacciono i frutti della terra, le nascite, che cerco di favorire, e quale fortuna essere chiamate con il mio nome! Soffro quando i raccolti sono scarsi, soffro per le carestie. Adoro il mare, la sua distesa d’acqua azzurra, blu, increspata d’argento.

Mostro generalmente la stessa faccia, ma, come tutti voi, ho un lato oscuro che non rivelo mai a nessuno.

Ho un carattere mutevole, ogni tanto faccio la pazzerella e mi piace pure scomparire senza preavviso. Mi nascondo e poi riappaio, come una bambina che fa capolino, giocherellando. Di solito mi vesto di bianco, ma anche di nero, di rosso e di giallo. E posso anche indossare uno splendido abito blu, che può diventare d’oro. Qualche volta mi diverto a giocare con i tarocchi. Sono sempre in movimento, dinamica e piena di energie. Curiosa, curiosa.

E di notte, mentre tutti sognano, amo danzare, regalando il mio splendore a chi ha il privilegio di guardarmi.

 

Io sono una realtà, concreta e visibile, ma anche un simbolo.

Essere reale e simbolica nel contempo è così emozionante. Vorrei che provaste questa sensazione straordinaria di dualità anche voi.

Rappresento l’irraggiungibile e nello stesso tempo tutto ciò che si possa desiderare al mondo.

Io sono il sogno di tutti.

Ho intenzione di affidare un importante incarico a un essere speciale che mi renderà ancora più irresistibile e famosa, creando delle agenzie magiche che lavoreranno per me in Unione Sovietica, Stati Uniti, Europa, Giappone, India e Cina. Il mio sguardo sta diventando sempre più universale.

 

A questo punto, avrete compreso chi io sia, ma, per non farvi faticare troppo, voglio ancora regalarvi alcuni indizi.

So ingrandire gli occhi dei gatti, gialli, verdi, azzurri, color rame, arancio, giallo-oro, così magnetici, incredibili e trasparenti. 

So muovere il mosto nelle botti, rendendolo squisito,  posso attirare i pesci in superficie e farmi adorare dai pescatori.

Provocare i terremoti? Forse. Così si dice.

Quindi non sono sempre angelica. Non vi stupite, dunque, se streghe e lupi mannari hanno bisogno di me. E non siate delusi se, quando sono nel pozzo, resto un’illusione.

 

Ma è arrivata l’ora di svelare la mia vera identità.

Io sono Selene, la dea che gioca con le stelle nello spazio siderale, la dea che risplende, che riflette in tutte le direzioni la luce del Sole, suo fratello.

E come hanno scritto e cantato tanti grandi:

io sono la casta diva,

io sono diletta e graziosa,

la creatura leggiadra dai raggi rosa,

 spargo diamanti sui tetti. 

Grazie a me, la rugiada illumina la rosa.

E vinco tutti gli astri.

Io sono L.

Io sono La Luna.

 

N.B. Le parti in corsivo sono citazioni sulla Luna di versi o parole di  grandi poeti/scrittori.


 

Io nascondo

 

 

Cari lettori,

come mi chiamo? Chi sono?

 

Mi guardo allo specchio e vedo una donna nuda, in carne, sensuale, dalle belle forme sinuose, tutta velata di nero e con folti, lucenti e ondulati capelli corvini. Poi appaio come in un quadro: sembro fluttuare nell’aria, usando il mio grande velo nero come delle ali, mentre le mie lunghe chiome ondeggiano, fluenti. Mi sento splendida, del resto tutti dicono che ho sempre avuto un gran fascino.

Sono misteriosa, torbida, pericolosa, ma anche intima e stupenda. Persino saggia consigliera.

 

Ho giaciuto con il mio attraente fratello Erebo e ho avuto da lui due figlie, Emera ed Etere, che sono la luce dei miei occhi, e un figlio maschio, Eros, irresistibile.

Sono molto prolifica: ho generato, tutta sola, senza nessun contributo maschile, ahimè, numerose altre creature come le Parche, Nemesi e Senectus.

Provo una spiccata predilezione per mio figlio Eros (lo so, una buona madre non deve fare preferenze) e, se io e lui siamo insieme, nascono intorno a noi meravigliosi atti d’amore.

 

Quando le ultime paure di noi esseri umani si prendono una pausa e l’anima si lancia nell’avventura, arrivo io con le mie infinite sfumature di personalità.

E allora vi posso fare di tutto: avvolgervi con il mio manto nero e darvi pace, riposo dagli affanni e magnifico silenzio oppure tormentarvi con l’inquietudine e l’insonnia e non dare requie alle vostre anime. Ingigantire le ansie o soddisfare i desideri più intensi, facendovi sbocciare tra le braccia degli amati. Esaltare gli spaventi del giorno o trascinarvi nella meraviglia delle meraviglie, nella felicità che vi danno cose e persone che, senza di me, non potreste avere o rivedere.

 

Io ho le stelle, come il quadro di Van Gogh, ho la luna, gli astri, ma anche i furti, la droga e gli efferati delitti. Io nascondo ed illumino, ma di più nascondo. 

 

Tutti sareste affascinati da me, se solo non intuiste gli orrori che posso celarvi. Potrei persino farvi riapparire (ora che non è più tra noi) il perfido Coronavirus, il guerriero assoldato dalla natura contro noi esseri umani, e farvi di nuovo morire di ansia e di paura.

 

Potrei anche raccogliere i vostri segreti più belli, potrei divenire una serie di incantevoli sogni.

Se mi cercate, per voi ci sarò sempre.

 

Io sono N.

 

Io sono Nyx, la Notte.