Nicolas Giordano - Poesie e Fotografie

“DI-LEMMI DI-VERSI”

Sole e Luna

Come in un impetuoso vortice,
così veloce da spezzare il fiato,
da far impazzire i sensi dimorati
in attitudinali sensazioni destabilizzanti.

Sparsi all’impazzata senza razionalità
non si odono più rumori simultanei,
ma solo tratti di suoni impervi
quasi a svenire per la voracità.

Come in un vortice di materia
che non riconosce la dimensione
lentamente e pigramente
si ricompone in una forma sferica.

Ora non parlare più:
ricorda… se vieni con me
tu sarai solo con te stesso.

…io sono morto
un giorno di luglio
…un giorno di sole pieno.

 

 

 

Non ammazzare le farfalle

Assaggio sempre l’aria prima di respirare,
guardo oltre dove lo sguardo mi porta,
ma mi perdo in un mondo parallelo.

Non hai tempo per vivere,
ma passi il tempo a perderlo,
inconsapevole che si rinnova diversamente.

Non ammazzare le farfalle quando le vedi,
non fanno rumore quando volano,
non disturbano il nostro mondo.

Non calpestare i miei passi consumati,
perché ad ogni tuo pensiero,
dimentichi ciò che è stato in passato.

Assaggio sempre i sogni prima di dormire,
perché non so se domani ne porta ancora,
e lento il mio si sta sbiadendo nel tempo.

 

 

 

Quanto dista l’orizzonte

Quanti anni hai e da quanti anni,
non puoi sapere questo tormento
che ti perseguita instancabilmente
avvicinatosi a te senza avvisi.

Talenti virtuosi dell’anima,
che sperano invano di conquistare
un posto nel tuo futuro incerto,
come lo scandire dei minuti.

Apparire spegnendosi all’alba
sotto l’ala del tramonto a nord
di queste ardenti giornate
allo zenit colpite a caldo.

Butta la voglia sott’acqua,
perché a respirare ci penso io,
perché a parlare ci penso io,
perché a pensare ci penso.

Volgere lo sguardo altrove,
senza voltarsi indietro,
solo dove non si vede l’orizzonte
solo dove non si vuole arrivare.

 

 

 

Palinsesto del mio giorno

Siediti e dammi la mano,
ti racconto una storia
di quanta felicità nei tuoi occhi
che non nascondono nulla,
vedo… c’è stato qualcuno
che ha vissuto prima di te.

Se ripercorri con lo sguardo
la stessa cosa due volte,
non ti fidare, non è reale,
è solo ciò che il mondo
vuole farti apparire
per disilluderti del presente.

Accetta l’incostanza del tempo,
ingannati se riesci che esso muta
ma ripaga gli alleati delle albe
con sincere parole legate con fili d’erba
perché se almeno un senso ha questo
…non è detto che debba cessare.

Aspetta non posso voltarmi.
Un colpo forte dietro la testa,
mi hanno sparato, un colpo,
è bastato per far scorrere sangue,
lentamente, sto morendo lentamente.
Ci vediamo domani alla stessa ora!

 

 

 

S. puntato
(Silenzio)

Appiattisci l’alba fino allo sparo,
dipinto di salato come in giallo,
se non capisci ti ripeto ancora
che ieri è ciò che non ho visto.

Saluta i cavalli che ululano
alla vista dei cancelli chiusi
in finte aiuole di stormi vaganti,
come festanti alla mia festa.

Ho soffocato il punitivo sonno
e non dormo ancora con i vermi,
anche se il tramonto di domani
lo accompagno con nessuno.

Hai visto il fuoco che vive,
non si spegne con l’aria
e chi muore prima è una sfida,
ma aiuta i germogli a crescere.

Finché dispiace dispiacersi
non si impara a compiacersi,
ma scendi le scale del soffitto,
ancora una campana suona per me.

 

 

 

Orientamento orizzontale

Incerti deserti di sabbia fine,
alveari di freschi granelli
che volano e mutano,
cambiano e dissolvono.

Non conosco la via di ieri
e oggi la strada è distratta,
di nuovo, come ieri,
come sarà domani… come sarò?

Bagno il viso nel pozzo,
nella pozza rimane il volto vero,
addosso ricucito quello che porto
e non ritrovo la pozza dov’era la prima volta.

Attraverso l’impero del sole,
cammino trascinato da incerta forza,
ma non so se sono io ad andare avanti
o il deserto che diventa infinito sotto di me.

Sotto di me sotto di me,
sopra di esso sopra di esso,
sotto di esso sotto di esso,
sopra di me sopra di me…
sono arrivato………mai.

 

 

 

Segreto

Cammino su una collina,
d’improvviso mi fermo…

Odo il vento che mi sussurra…
quel suo dolce suono,
mi bisbiglia nelle orecchie…

A braccia aperte gli sorrido
mi ha rivelato segreti che gli appartengono.

Cammino ancora…
ma non più sulla nuda terra,
ora sono io il vento.

 

 

 

Eppur si muove…facilmente

Faccio rumore facilmente,
a volte mi trovo dietro il sole,
dal lato caotico del mondo opposto
quando un tempo non basta per vivere.

L’immagine del mare che si ritira,
ad ogni onda perfetta bagna i pensieri,
ma sott’acqua la vita non si bagna
perché il mondo vero è lì da sempre.

Nel silenzio della notte si odono solo le stelle,
urlanti trafiggono il volto della Terra
ma se ne vanno altrove indisturbate
…qui non c’è niente di interessante.

Su un treno da solo, solo posti vuoti,
tutti posti vissuti da genti di fretta
brucianti vita in fretta catturate dal tempo,
invasato come il primo uomo del mondo.

Decido di scendere alla prossima,
ma tanto alla fine è lo stesso,
non esiste né prossima, né prima, né ultima
alla fine si calpesta sempre la stessa terra.

Spegni il sole quando esci,
troppa luce disturba anche me,
abituato a vedere il mondo da un finestrino,
col pensiero: ma chi si muove…io o il resto?

 

 

 

Giocando col tempo

Come ricordi infranti contro uno specchio,
che ha dimenticato di riflettere la luce,
negando la volontà al tempo immaturo.

Dietro la luna che splende mentre sorge ancora,
l’immagine sbiadita che mi appare
rimane quasi eterea ai miei occhi assiderati.

Apro uno scrigno pieno di vento,
che ora soffia in ogni direzione con pazzia
schiaffeggiandomi il viso impietrito.

Butta la chiave del pensiero nei profondi abissi,
affinché non possa ritrovare la ragione
perché si è impossessata di me da tempo.

Non riesco a navigare tra le remote stelle,
quando la deviazione dell’essere si prende gioco
di un momento apparso per caso nel presente.

Non chiudere le finestre dell’ignoto che ti vuole,
solo alla realtà non si pone mai fine per distrazione,
ma aspetta con cinismo l’ennesimo sbaglio.

 

 

 

Ascoltami…

Ascolta le parole
che vorresti io ascoltassi da te.

Guardami fisso negli occhi
quando vorresti che io ti guardassi.

Regalami ciò che
vorresti che io ti regalassi.

Insegnami tutto ciò che
vorresti io insegnassi a te.

E piangi quelle lacrime
che vorresti io piangessi per te.

E nella mia vita
ascolterò tutte le tue parole
guardandoti intensamente negli occhi
e ti regalerò tutto ciò che
riuscirò ad insegnarti
e sarò io che piangerò tutte le lacrime
che vorrei tu non piangessi mai.

Ascoltami …
anche quando non parlo.

 

 

 

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Wolfgang