Rosario Romeo - Poesie

Amori diversi

Amore vissuto fino in fondo
oppure appena accennato,
ma ugualmente profondo
per quanto ci hai sperato.

Amore al momento giusto
che ne rende dolce il gusto,
ma se il tempo lo tramuta in errore
diviene amaro quel sapore.

Amore al momento sbagliato
che la vita ti ha regalato
per farti capire cos’è,
ma che non è riservato a te.

Amore improbabile
ma ugualmente possibile.
Amore impensabile
ma ugualmente tangibile.

 


 

Sincronismi

Sincronismi temporali.
Sincronismi emozionali.
Sincronismi esistenziali.
Sincronismi universali.

La pioggia non copre tutto il cielo
e non bagna ogni spazio di terreno
rimane uno squarcio di sereno
negli attimi che ho colto per un pelo.

In quegli attimi e in quegli spazi
ho seguito del destino le trame
e giammai mi sono adirato
se più spesso mi sono bagnato.

Perché l’acqua mi ha rivelato
che quel che è stato è stato,
ma ho ancora fiato e fame
mentre gli altri sono sazi.

Fiato composto da ritmiche
distanti da ansie anaerobiche,
sospese tra visioni fobiche,
distorte da passioni fisiche.

Fame che spinge a cercare
tutto ciò che si può immaginare:
non c’è niente che non si può fare,
però tutto è da sincronizzare.

 


 

Gioventù invecchiata

Alla fine di una giornata
che sembra appena iniziata.
Alla fine di un cammino
che cede il passo al suo vicino.
Alla fine di una storia
che rimane nella memoria.

All’inizio di una notte
che vola con le ali rotte.
All’inizio di un percorso
che conclude un discorso.
All’inizio di un racconto
con una fine annunciata…

…Si nasconde e non fa sconto
la gioventù invecchiata.

 


 

Il bivio

Il bivio è là, aspetta tutti:
uomini giusti e farabutti,
donne buone e buone donne,
signore in pantaloni e signori con le gonne.

Ed attende pure te,
come vedi non ha fretta,
non ti chiedere perché,
ma rifletti e fai una scelta.

Andrai da questa
o dall’altra parte?
Alzerai la testa
o resterai in disparte?

Seguirai la corrente
o le remerai contro?
Farai finta di niente
o affronterai lo scontro?

Signor Istinto o Donna Ragione?
Chi infine detterà l’azione?

Le emozioni in gioco sono tue
e le strade coinvolte sono due:

una è larga, l’altra è stretta
una è curva, l’altra è retta
una è rischio, l’altra è certezza
una sarà gioia, l’altra sarà amarezza…

 


 

La fiera nel bosco

Mille voci in festa,
soltanto una in testa:
la tua che si compiace
del mio essere incapace
di dettare il mio pensiero
e di mantenerlo intero.

Mentre tu sovrasti il mondo
guardi me che mi confondo
e mi perdo tra la gente
che cammina e non mi sente.

Intravedo da lontano
l’oscillar della tua mano
che comunica un addio
o un offesa, a parer mio.

La tua sagoma scompare
dietro gli alberi del bosco.
Io, tra volti che non conosco,
trovo molte cose da fare:

osservo, valuto e apprendo
senza pagare niente.
Il ricordo di te nella mia mente
è l’unica cosa che vendo.

Non c’è prezzo di mercato
esprimibile in moneta
adeguato a una notizia inconsueta,
che va letta tutta d’un fiato:

“Sfuggita all’inesperto domatore,
una bella ed elegante pantera
vide in mezzo al bosco un’altra fiera
e subito le venne un batticuore.

Di corsa ritornò nella sua gabbia,
ora salvezza, non più prigione.
Nel rivederla, il suo padrone,
fu preso da stupore misto a rabbia:
la liberò e cambiò mestiere,
stanco delle gabbie e delle fiere.”

 


 

L’uomo intervallare

Tu non hai tempo, io non ho fretta.
Tu sei in ritardo, io dico “aspetta”.
Tu sai dove devi arrivare,
io non so dove devo entrare.
Tu sai da dove partire,
io non so da dove uscire.
Tu hai un chiaro programma,
io uno scuro fotogramma.

Tu sei puntuale,
io intervallare.

Ma ora siamo allo stesso punto:
tu mi hai superato, io ti ho raggiunto.
Tu hai spaccato il minuto e un lampione,
assecondando la tua inclinazione.
Alla fine non mi hai aspettato,
inseguendo un momento sbagliato.
Io invece arrivo al momento giusto:
non spacco il minuto, lo rendo robusto.

 


 

Io e l’altro

M’incontro da bambino
e non mi riconosco.
Mi guardo da vicino
ma l’altro me è nascosto:
teme di aver incontrato
qualcuno di inaspettato,
qualcuno che ha ucciso i suoi sogni
tramutandoli in falsi bisogni.

Una volta eravamo uguali:
stessi pensieri e stessi ideali.
Poi il tempo ci ha resi diversi:
menti lontane e corpi dispersi.

Dispersi chissà dove
tra un cielo che ride
e un altro che piove,
tra un bimbo che ha fede
e un uomo che ha prove…
…E in mezzo a noi una questione:
domani chi dell’altro avrà ragione?

 


 

I vincoli (Un matematico innamorato)

I vincoli mi rammentano
la relatività dell’ottimo:
su di essi si specchiano
il massimo e il minimo.

Dentro nascondono
il perfettibile,
fuori respingono
l’inammissibile.

Tu mi rammenti
quello che amo,
dei sentimenti
provo il richiamo.

Faccio attenzione
a rispettare i vincoli,
ma l’immaginazione
mi crea degli ostacoli.

Il desiderio non mi aiuta:
corrompe la ragione
e la logica rifiuta
con forte ostinazione.

L’amore non è vincolabile,
inseguo una soluzione
che lo renda veicolabile
su un altro insieme di definizione.

 


 

Una società aliena

Forme di vita non molto intelligenti,
non hanno né amici né parenti.
Sono stati clonati da una gelida pianta
che uccide anche i suoi simili e se ne vanta.

Sono qui sulla Terra da tempo immemorabile,
si travestono da umani con fare insospettabile.
Nessuna navicella a loro disposizione,
al limite una cella se si trovano in prigione.

Non viaggiano nello spazio e nel tempo:
si fanno spazio rubando il nostro tempo.
Con regolare permesso in carta bollata
hanno aperto una società a irresponsabilità illimitata.

 


Percorsi diversi

Percorsi vissuti
e consumati
oppure voluti
ma solo immaginati.

Percorsi inseguiti
dal profondo del cuore
oppure subiti
con o senza rancore.

Svolte della vita
o strade senza uscita.
Tratti di una scelta
forse troppo svelta.

Stralci del copione
di una lenta rassegnazione.
Vie interrotte ma poi riprese
oppure perse a proprie spese.

E ogni percorso è una parte
dell’eterna staffetta
tra l’inizio che parte
e la fine che aspetta.

 


 

Un sognatore 

 

«Ma cosa ci vedi di tanto strano

nel comprare ogni giorno il quotidiano?»

chiedevo a mia moglie che, con fare sprezzante, 

rispondeva che leggere mi rendeva distante,

e poi continuava, con tono deciso:

«Badi solo a quei fogli e non guardi il mio viso!»

 

Ed io inseguivo una pagina assente,

cercando notizie di vita splendente.

Pensavo “prima o poi, come inserto allegato,

non vedrò più il ritratto di un mondo malato: 

niente più guerre, niente più stragi,

niente più fame, odio e disagi”.

 

Adesso che dormo, nella terra più quieta,

non leggo più orrori e la cosa mi allieta.

Rimpiango soltanto di non aver visto

almeno il sommario del tredici Agosto …

… Ma so una notizia di cronaca nera:

“Uccide il consorte alle sette di sera” …



Un prete…nzioso

 

Iniziai la professione

con in testa una missione:

parlare di fede a chi non sente

e a chi non vede dare una lente.

 

Di ciascun peccatore 

io scrutavo il pensiero

e osservavo se il cuore 

fosse o meno sincero.

 

Assolvevo il mio compito

fedele al sacramento:

assolvevo il loro debito

se vedevo il pentimento.

 

Ma scavai troppo a fondo 

dentro l’anima di un mondo

che anche quando è genuflesso

è fedele solo a sé stesso.

 

Ora non ho più voce

ma mi resta la croce.

La saliva è ormai secca

e ripenso a chi pecca:

 

«Confuso dalle masse 

e dalla voce media»

«Stressato dalle tasse

e dai mass-media»

 

«Illuso dal male»

«Deluso dal bene»

arguta o banale

la scusa non tiene…

 

…. Ma nelle porte chiuse

la gente del paese

andrà avanti con le scuse

e scorderà le mie pretese …



Un profeta

 

Lungo il sentiero incontrai un profeta,

che vide nel mio cuore la paura.

«Seppur la strada è lunga e molto dura,

un giorno la tua vita sarà lieta».

 

Così mi disse e, senza indugiare,

con tono sereno riprese a parlare:

 

«Il coraggio non è l’assenza di timore,

bensì uno stato esistenziale

che spesso, non per via eccezionale,

raggiungi con un’ansia dentro al cuore».

 

Allora domandai, incuriosito:

«Quanto tempo dovrò aspettare?» 

e il vate rispose, senza farsi pregare:

«Giusto un istante, rispetto all’infinito.

 

E l’infinito a noi non appartiene,

essendo solo esseri mortali.

Non già alle misure temporali,

ma all’anima dovremmo pensar bene.

 

Rifletti sul più grande paradosso:

il corpo, che dal tempo è vincolato,

racchiude dentro sé e in ogni fiato

l’anima, che invece ha l’infinito addosso».

 

Infine esposi un dubbio esistenziale,

spezzando dalla lingua le catene:

«Quand’è che imparerà cos’è il bene

  colui che ogni dì riceve il male?»

 

E come un maestro con l’alunno a scuola, 

il profeta continuò a proferir parola: 

 

«Figliolo, voglio dirti un’altra cosa:

lo sai perché la vita ha una fine?

E’ come quando spuntano le spine

unitamente ai petali di rosa:

 

nascono insieme la vita e la morte,

ma dopo si ritrovano distanti.

Se l’una è indietro, l’altra è avanti

e a riavvicinarle ci pensa la sorte …

 

… E allora da ogni spina nasce un fiore

con petali più grandi e più lucenti,

e inoltre, se osserviamo ben attenti,

con ogni sfumatura di colore.

 

 

 

I nuovi fiori avranno nutrimento

dall’acqua che quei petali di rosa,

sfidando ogni tempesta spaventosa

sopportano con tacito lamento»…



Perso

 

Mi sono perso…

Non ho orientamento.

C’è un cielo terso

però soffia il vento.

 

Un vento che la mente

dapprima confonde,

poi nell’anima infonde

uno strano furore

che, a parte il cuore,

nient’altro sente.

 

Mi faccio coraggio

per cercare un’ uscita,

forse è solo un miraggio

e non è vera vita…

 

…E quel sole lucente

che si affaccia all’orizzonte

è un’immagine apparente

che si pone qui di fronte.

 

“Ma cosa è successo?”

chiedo tra me e me.

L’ho capito solo adesso:

stavo guardando te…


 

A piedi

 

In tua compagnia

il tempo è passato 

senza chiedere permesso

ed è cresciuta l’età mia

che mi vede maturato…

Eppure ieri sembra adesso.

 

Ho immaginato un percorso

alla fine di questa via,

ma da ogni tuo discorso,

capisco che è solo un’idea mia.

 

E tu non hai cambiato davvero

né l’idea né il pensiero:

tieni fede a ciò in cui credi

e alla fine mi lasci a piedi…

 

Continuerò questo viaggio

senza chiedere un passaggio. 

A piedi e solitario

forse sarà un calvario, 

ma senza qualcuno che mi ama,

finalmente mi godrò il panorama.


 

Finché Sorte non ci separi 

 

Se il Caso ha voluto 

che, vedendoti cornuto,

tu ti sia infastidito

dell’anello che hai sul dito.

 

Se Cupido beffardo

ha scagliato il suo dardo

e ti ha in pieno centrato,

pur sapendoti sposato.

 

Se il Destino distratto,

dopo il nobile patto,

ti ha rubato il consorte

restituendoti un matto.

 

Se, per Coincidenza,

dopo un anno d’amore,

lui non ha più pazienza

e tu hai più rancore.

 

Allora, su tutti gli altari,

la formula giusta da dire

è “Finché Sorte non ci separi”,

onde evitare di mentire.



Amicizia sintetica

 

Amicizia riprodotta fedelmente,

ma che non ti è fedele per niente.

Ti accarezza per farti contento,

ma è soltanto uno schiaffo lento.

Si nutre della tua insicurezza,

la sua forza è la tua debolezza.

Persegue uno scopo cinico.

Sintetica come l’acrilico.

 

Dura il tempo necessario

per sfogliare un calendario.

Seleziona il giusto istante

per starti vicino o starti distante,

sulla base di un criterio

vantaggioso e poco serio.

E’ il più debole dei legami.

Sintetica come un bignami.


 

 

La ragione dell’età

 

Critichi il mondo che non si muove

mentre stai fermo e fuori piove.

Speri che un giorno torni il sereno

ma non fai niente di più, se mai di meno.

 

Dici spesso frasi banali

perché sono quelle più certe.

Le parole originali

sono come delle scoperte

che tu non hai voglia di fare

perché non ti piace rischiare.

 

Dici che una volta era diverso

e che ormai è tempo perso.

Ma il tempo passa lo stesso

come allora così adesso,

non si inganna e non si uccide,

tanto vale farselo amico.

 

Il tempo è una lacrima che ride,

non è moderno e non è antico.

Sei tu che decidi cosa osservare:

la lacrima o la risata,

l ’età da commemorare

o quella che è iniziata.


 

Quando…

 

Quando guarderemo

ogni cosa con occhi diversi,

forse capiremo

molte più cose di noi stessi.

 

Quando inseguiremo

ogni sogno che nasce dal cuore,

forse sentiremo

parlare di un mondo migliore.

 

Quando il nostro calcolo

non sarà per convenienza,

non ci sarà alcun vincolo

a limitare la pazienza.

 

Quando ascolteremo

la voce dei più deboli,

anche Cristo aiuteremo

a spingersi oltre Eboli.

 

Quando ringrazieremo 

ogni mattino che ci accoglie,

non più ci turberemo

quando cadono le foglie.

 

Quando riusciremo

a fare tutto questo

la vita, capiremo,

non è solo un pretesto

per conoscere la morte

ma è l’insieme di ogni gesto

che dell’infinito ci aprirà le porte.