Silvana Lautieri - Poesie e Racconti

Titolo della raccolta “ …solo qualche  verso…

 

E…può essere sempre

(   N.B.  questa poesia ha partecipato al concorso )

   

E poi  ti capita di incontrare uno sguardo

E di cogliere un sorriso

Si adagiano sull’anima

Un secondo : e può essere sempre.          


Istanti

 

è  per sempre  ?

solo attimi per respirar

l’antico desiderio

e catturar la dolce memoria 

di te, di me

attimi, un attimo,

sei così bello, fermati !


Il tuo sguardo nel  mio

 

Tenero, profondo e dolce

Come dardo di miele:

il tuo sguardo nel mio

e mi attraversa l’anima


Ofelia

 

È di notte che incontro il tuo respiro

È di notte che beffo il destino

Come farfalla  emigra l’anima  nella  prigione

del  tempo

breve il volo

ladra di sogni è l’alba del mattino


…SOLO  AMORE

 

mi hai amata ?

sì!

mi ami ancora ?

sì!

ci incontriamo nel sogno

senza spazio e senza tempo

corpo a sfiorare corpo

labbra a sfiorare labbra

soli nel ricordo:

ci guarda solo amore !…


Momenti

 

E per un momento 

Furono solo loro due

Venuti da un giorno lontano

Riconsegnati ad un fugace presente

Di nuovo giovani

Splendenti di luce viva

Di nuovo persi

Nello sguardo del possibile


Sarò  un ricordo

    

 

“ Sarò un ricordo di piccolo fuoco, 

di una striscia di cielo..”

sarai un ricordo

e nell’anima la dolce

malinconia che resta

sotto altri cieli

e presso erose sponde

 ascolterò sbiadite voci

sarò via, sarai via

e nell’orologio del tempo

la mappa di un incontro.


L’ODORE DEL  TEMPO

 

Ho sentito l’odore del tempo ai piedi della scala . 

sull’ultimo gradino aspettavo il tuo ritorno 

ho sentito l’odore del tempo

ai piedi  del cedro : accoglieva i nostri incontri

ho sentito l’odore del tempo

nel tocco del picchiotto e la tua mano protesa 

a rincorrere voli di farfalle innocenti

ho sentito l’odore del tempo nello scroscio della pioggia  : ha baciato i nostri volti stupiti

ho sentito l’odore del tempoin una corda di minugia : il tuo canto primiero per me

compagna di fantastiche avventure

ho sentito l’odore del tempo nel ricordo di un’infanzia felice

tu , primo compagno di giochi , primo volto custodito a lungo nel cuore.


 

A casa di Adele

 

mi ci sono ritrovata in uno dei soliti ” combini ” tra amiche : pomeriggio libero e voglia di piccolo relax, così tra donne che hanno voglia di scambiare piccoli pensieri e reciproche confidenze fatte con leggerezza, senza drammatizzare , perchè gli anni, a mano a mano che avanzano ,aggiungono un pizzico di saggezza alle tue giornate. Mi accoglie la bellezza, quella dell’arte , della storia, di un panorama mozzafiato, del gusto , della raffinatissima , ma curatissima , semplicità . Sono a mio agio e mi affaccio da una delle arcate -finestra della dimora e…mi viene incontro Napoli in una delle versioni più magiche ed abbaglianti che potessi ricordare nell’arco di tanti decenni . Il Vesuvio, a sinistra, maestoso e.. tranquillo , ammiccante e sereno , amico , e c’era Capri , di fronte, turgida come i seni di una giovane donna, e Posillipo ,a destra illuminata come un presepe a festa in una notte di vigilia. Uno spettacolo ! Uno spettacolo visto dall’alto di una mezza collina che ti fa sentire come in Paradiso. E comprendo, così d’un colpo, ancora una volta, come e perché poeti, scrittori, cantori, artisti nel tempo ne abbiano cantato e descritto lo splendore, come e perché siano considerati ” diavoli ” ( lo descrive bene J. Noel Schifano ) tutti quelli che ne deturpano la bellezza e ne offendono immagine e decoro. Abitiamo una terra privilegiata che l’abitudine ha sottratto al rispetto di tanta magia. Abbiamo testimonianze di storia, di scritti , di vasellame antico che ” parlano ” di civiltà passate ” che hanno lasciato un ricordo del loro esistere : le mensole nell’ampio salone che ci ospita , ne accolgono curatissimi esemplari . E mi vengono alla memoria le altre dimore, quelle di una Napoli rappresentata dai vicoli e dai ” bassi ” senza luce che offendono il diritto ad una vita illuminata dal sole .

E’ pieno di contrasti il nostro vivere al mondo, mi dico, allora, ancora una volta, ed il nostro interrogarci sul ” perché ” dei chiaroscuri esistenziali non trova adeguata risposta. Mi conforta però lo spirito dell’anima napoletana che riesce a rendere poesia anche gli aspetti più modesti del vivere quotidiano ed a magnificare quelli sontuosi : Maurizio De Giovanni ed i ” Bastardi di Pizzofalcone ” ne ha coniugato mirabilmente i due aspetti.

E’ questa Napoli, città unica, inimitabile e incomprensibile per molti , magica irripetibile insostituibile per altri. E’ l’anima, lo sguardo di chi l’osserva, mi dico,  che ne fa la differenza . 

Oggi si ripete: a casa di Adele.

Napoli lì 29.09.2019


 KULTUR


” Bergasse 19..” dico all’autista che mi guarda come se non avesse capito.
” Haus Sigmunt Freud” gli chiarisco. Il suo volto si distende e tira fuori dal taschino £ 10,00 per farmi comprendere il costo della corsa che da Schwedenplatz mi porterà al ” bergasse”.
Annuisco per dire che mi sta bene. I gesti sono sempre eloquenti ed universali .Lo spirito d’avventura, quello che con Paola, appena arrivate col volo che, da Capodichino, ci ha condotto al Flughafen di Vienna, e che ci ha fatto precipitare in strada dopo aver posato i bagagli al Kaiserof , mi ha preso più forte quando, dopo una “sbirciata ” al programma elaborato dal buon Renzo, mi sono resa conto che ” il giro” ci avrebbe portato soprattutto per musei che, in Austria, sono numerosissimi e di grande eleganza.

E, così, vincendo un piccolissimo senso di colpa, ho annunciato al gruppo di amici (quasi gli stessi con i quali qualche anno prima, abbiamo visitato Berlino ) che sarei andata per mio conto a ” curiosare” nella casa-museo di Sigmund Freud.
Un’emozione. Tanto grande che non ho mai tenuto in conto che sarebbe stata solo la piantina di Vienna a guidarmi.   Un pò poco.
Dal finestrino del taxi catturo con lo sguardo i palazzi monumentali, le strade ampie che ” respirano”  ( il traffico, infatti, è del tutto assente !).
In dieci minuti, o poco più, sono sotto casa del ” padre della psicanalisi”. Il portone è chiuso e provo ad indovinare quale campanello possa essere quello giusto ( le indicazioni in tedesco non indicano molto ).. Dopo un paio di tentativi infruttuosi, mi aiuta ” l’uscita” dalla casa-museo di due studentesse alle quali faccio capire ove sono diretta. Mi indicano delle scale sulla destra. E’ la targhetta di casa a “dirmi” che sono arrivata.
Nell’ingresso l’attaccapanni con il cappello ed il bastone del prof. Freud,un vecchio plaid, la sua borsa ed il borsone da viaggio.
A destra, nel salotto tutte le ” cose d’allora”: i libri, tanti, la laurea incorniciata ed appesa alla parete dove è appoggiato il divano
Aria di Mitteleuropa- mi viene da pensare-ma, subito, incontro lo sguardo di Karl Seitz (1869-1950), di Jung, di Albert Einstein.
Ed è la Sua biblioteca a procurarmi ” il brivido”. Vorrei allungare la mano per sfiorare qualche testo, e mi dico che sono proprio di fronte alla testimonianza della Vienna del ‘ 900 caratterizzata da quel fermento culturale animato da Karl Krauss, da Artur Schnitzler
della secessione e dello Jugendstil, dalle opere di artisti come Gustav Klimt , Otto Wagner e Adolf Loos, ai quali si devono stili nuovi e rivoluzionari.
Quattrocentoventi gli oggetti in esposizione : lettere, mobili, fotografie che documentano la vita di Freud fino al 1938, anno in cui i nazisti lo costrinsero a lasciare Vienna.
Rigore e rispetto per tutto ciò che l’uomo, con il suo potenziale intellettivo riesce a conoscere, a sapere. Questo è quello che mi “penetra ” dentro. Mi sovviene, all’improvviso, la voce di Thomas, l’amico austriaco che ci aveva detto: ” ..a Vienna , un prof. conta più di un Arciduca d’Austria. Ora capisco.   Capisco il rispetto per la Kultur, quella che si conquista con anni di studio e sacrificio.  Capisco il valore di chi, vincendo fame e, forse, freddo, si costruisce la ” propria forma” fatta di livelli di conoscenza sempre più alti ed evoluti.
” E’ nel progresso dell’intelletto umano, nella presa di coscienza di quanta responsabilità lega il destino degli uni a quello degli altri , che consiste il vero senso del nostro esistere, quassù, su di un’immensa sfera, sospesa nel blu del firmamento ” leggo in uno dei tanti “fogli-appunto ” , tradotti anche in italiano, e messi a disposizione del visitatore.
Una quasi lezione di Etica ( penso a Spinoza), la stessa che aveva suggerito a Fromm in che cosa dovesse consistere la morale biofila : il compito dell’uomo è indirizzarsi verso tutto ciò che è vita e divenire, e di allontanarsi da tutto ciò che è meccanico e che genera paura.
” L’aristocrazia, in Austria, vive in sordina, non cattura nessun genere di attenzione” aveva ancora detto Thomas, come a dire: i meriti si conquistano, non si ereditano.
Il nostro frequente – campare di rendita- mi appare triste e volgare.
Quando raggiungo gli amici ,a cena, da Figlmuller, forse ho qualcosa da raccontare sull’importanza del capitale umano, proprio quel capitale che i cento anni della nostra Montalcini indicarono come massima eredità ed insostituibile valore per la storia dell’umanità.