Il tempo degli indifferenti

Dell’odierno qualunquismo, così capace d’ammazzar l’umano pensiero,

brucia questa assenza gravosa di virtù,

i giorni carpendo.

 

Il tempo degli indifferenti, d’animosità la penuria,   senza stenti,

di cui al mal giudizio, inteso per vero,

brama l’intelletto.

 

di scriteriati pensieri, i verdi rami s’affacciano lieti verso il  mondo,

ignari, imberbi dell’annerita via,

che posta è al varco.

 

Qual cambio s’è realizzato a mutar i tempi di sì ampia maniera?

Del cancellato futuro di domani,

che a bruciar è pronto.

 

Dignità e conoscenze, non solo stati di coscienza, o d’intelletto,

siano nuove tra codeste acerbe menti,

per evitar l’oblio.

 

E a chi decide, sia tosto l’altrui beneficio, che spesso manca,

alle fresche speranze, così morenti

sotto il nero sole.


Su piste di sogni

Ad anelar tenui profumi di speranza e giustizia, risiedo qui fiero,

a confondermi vagamente col mondo,

marcio e ahimè corrotto.

 

Sono io, quel che qui canto, tra troppe lotte, m’avvio, trionfando da sconfitto,

trasudante d’italica veemenza,

e sicché mai domo.

 

L’errante corridore, che a vagar, per lande spianate su piste di sogni,

lunghe e sterrate da umana caducità,

lotta per e su esse.

 

A mescolare stranamente i nostri incanti, si crogiola il dolce Creato,

per l’essenza che, capaci, oggi aneliamo,

e per ciò che siamo.


L’angelo del mare

Il prezzo del tuo sorriso costa infamia al mondo che le umane virtù rimuove.

Esso, lieve ed eterno, non è mai spento,

echeggia per sempre.

 

Nuoti adesso su per paradisi che a nessuna religione appartengono,

diversi sol per chi va ad immaginarti,

seppur troppo eguali.

 

Che a seppellir i tanti tuoi sogni, vorrei ci fossero sol bianchi angeli,

al cui richiamo l’uomo non appartien,

sì indifferente.

 

Nella perdurante notte di questo mondo sordo, capita tal dolore,

mai va a placarsi la sporca e marcia infamia,

e mai l’orrore.