In morte della cara zia

(1987)

Ella stava seduta
in quel cantuccio,
laddove nè vento nè luce
potean disturbarla e i suoi pensieri tristi,
continui, ansiosi,
si perdevano in quella stanza
o vagavano di notte nel suo giaciglio,
sospesi e frenetici, tutt’intorno….
La luna, intanto, illuminava il cielo
o le nubi rinfrescavano l’aria
e la pioggia scrosciava rumorosa
o il sole splendeva ridente e gaudioso,
a nord del caseggiato, nel portone retrostante.
Eppure, o dolce zia,
ora di te, in quel locale,
sono rimasti soltanto i ricordi
di una vita trascorsa insieme,
testimoniati da quell’aspetto trasandato dei muri,
che rimembravano tanto la tua età
o dal lumino acceso di nostro nonno
o da quella botte,
che richiamava alla mente
la vostra ormai trascorsa gioventù.
Ora sei lì,
in Paradiso,
serena e paga del bene fatto
durante la tua esistenza
e confortata dalle messe
che mia madre ti fa dire dal Sacerdote
o dalle preghiere che ti rivolgiamo io e mio padre,
o dai fiori che ti portiamo
in quella fredda cappella del cimitero.
Sei lì,
e aspetti
che anche noi ti raggiungiamo
e percorriamo
la lunga strada
che porta a nostro Signore Gesù Cristo.
E lì,
fra quei cipressi sempreverdi,
fra quei portafiori,
dentro quel marmo freddo,
riposi in pace
nella beatitudine
celeste del sonno eterno.
E lì,
sulla tomba,
un epitaffio a te rivolto
richiama alla memoria
il dolore di quei drammatici momenti
quando ti spegnesti,
ormai stanca
del tuo peregrinare terreno.
E una voce, mentre mi giro e rigiro
fra i cuscini,
mi richiama alla realtà:
é mia madre
che mi sveglia e mi conforta,
mentre il libro di scuola
mi aspetta sul comodino
affinchè si compia la tua volontà
che io mi sistemi studiando.
E una fotografia, là,
su quella scrivania con te che sorridi,
sono le ultime cose
che mi restano della tua cara persona
che io conservo gelosamente
e che mi riportano indietro di molto,
quando eri via, eri in mezzo a noi………


Il significato intenso del nostro vivere insieme

(22 Giugno 2012)

Rammendo con ardore e riconoscenza,
quel primo nostro incontro, che come ben comprendi,
avrebbe dato origine
a tutta questa nostra meravigliosa esperienza.
Ma quante sofferenze,
quanti affanni e quanta forza è scaturita
per affrontare i problemi della vita,
quanta infinitesimal pazienza…
Ricordo con amore una fanciulla,
che non ho conosciuto fin dai tempi della culla,
ma la ragion d’essere e di amarmi,
il cuore mi trastulla!
E ci ripenso, oggi veterano,
ma con il cuore in mano
grondante di passione come un uragano,
io sento di rilevarti d’esser contento
d’averti incontrata, perchè alla mia vita
hai dato un senso!
Chè altrimenti questa mia esistenza
sarebbe stata spazzata via,
come il deserto dal vento, e, forse,
mi sarei chiuso come un riccio
solo e pieno di spavento,
chè l’unica consolazione
sarebbe stata quella
di farmi prete
e restare a pregare in un convento!
Abbiam compiuto i nostri primi passi
in modo incerto, lento,
qualche volta disperato,
ma giammai spenti!
Abbiam lottato contro tutto e tutti,
pure contro li parenti,
ma nella nostra union
siamo stati sempre fermi,
risoluti, coraggiosi, audaci
e convinti che li problem
l’abbiam affrontati e tenacemente,
brillantemente superati!
E se qualcuno pensa che il futuro,
sempre incerto, ci spaventi,
ebben si sbaglia e se ne penta!
Che tu ed io,
amore mio,
saremo pure ingenui, ma sappiamo bene
che questa forza e tanto aiuto
ce l’ha sempre dato il nostro
Buon Dio! …
Ed oggi che siam qui
a festeggiare i nostri 16 anni,
ma ho perso il comprendonio?
Mi sembra che questa nostra vita
sia stata come un film d’amore,
mi sembra moglie mia,
che sia stata scritta
e sia giunta dal Deoteronomio!
E quindi tanto senso e tanta fede
ha per noi il nostro matrimonio!…
E questo nostro figlio?
Ma che meraviglia!
Che splendido ometto di famiglia!
E come è pragmatico,
diventerà qualcuno?
Forse un grande informatico,
forse no!
Non importa cosa o quale,
l’importante è
che nella vita
sia sempre così semplice e geniale!

A mia moglie
con immenso amore
e a mio figlio
frutto di questa nostra
umile, ma struggente esperienza
di vita insieme … Roberto


“La presenza della fede”

Nella vita tua di uomo
sia l’amore,
che il perdono, sono il dono
che il Padre Santo ti ha donato
per incanto e di cui non ne fai vanto.
Nella tua semplicità
hai un’immensa generosità
e sin da bambino,
in maniera assai precoce,
hai abbracciato quella croce
che noi tutti abbiamo visto
disegnata in Gesu’ Cristo.
Ogni giorno
ti sacrifichi per ore,
al volere del Signore,
che ti ha donato
questa forza e questa immensa capacità
di grande organizzatore di eventi religiosi
costruiti con il cuore.
E sei stato anche un professore
per amor del redentore.
Sei un benefattore,
porti l’ostia del divino amore
ad ogni cuore,
che infermo e disperato
la tua presenza ha ricercato
per avere dentro sè il Salvatore,
come un re liberatore,
che dia senso a quella vita,
ritenuta ormai finita,
ma pur sempre impreziosita
dalla speranza rivelatrice del buon padre,
che la gioia sa donare.
E se penso a quel dottore
che ha scoperto quella chierica,
ci vedo il segno del Signore,
che ti ha marchiato sin da bambino
predisponendoti al cammino
del tuo santo destino.
Tu aiuti all’occorrenza i bisognosi,
con vivande generose e con uova deliziose,
assai preziosi agli occhi di un bambino,
che soddisfano la fame
e che rendono felici i fanciulli oltre che gioiosi.
E’ per volere di Dio,
Don Giuseppe,
che la mia famiglia ed io
ti abbiamo conosciuto,
con la scusa di un cantante di successo
e con l’aiuto di una tata amica,
abbiam scoperto il tuo rispetto
e la tua amicizia,
che ha illuminato questa nostra vita intensa,
ma un pò vuota, fatta anche di mestizia,
se non c’è la fede infinita e profonda
dell’amor che Dio ci infonde.
E’ Dio che bussa alla tua porta,
dicevo a mia moglie,
quando sentivo la tua voce
e che ci porta,
il suo messaggio di affrontare il mondo
con amore verso il prossimo
e con coraggio e di capire,
che al di là del lavoro e della nostra professione,
la nostra vita è una missione,
da dedicare con sacrificio e con passione,
a chi ha bisogno della nostra consolazione.
Come per gli ammalati
e il dolore della tua parrocchia in ospedale
Don Giuseppe,
quanto vale
una parola di conforto,
una preghiera e il sacramento per un morto.
Ed alla fine di questa mia canzone,
Don Giuseppe,
va tutta la nostra considerazione,
per il prete, l’amico e l’uomo onesto e gentile
incontrato in occasione della Santa Pasqua
del mese di Aprile.
Tutto ricercato e voluto da quelle preghiere e da quell’aiuto
che , dall’ospedale San Raffaele di Milano,
recitavo, affinchè Dio mi desse una mano,
a far guarire da un tumore
il mio anziano e stanco genitore.
Grazie Don Giuseppe. !


 

A Francesco: Soldato di Cristo

Figlio mio,
oggi è un giorno fondamentale per la tua crescita umana e spirituale
perché, dopo due anni di Catechismo,
hai visto?
Finalmente sei diventato soldato di Cristo!
Fai tesoro dei sani insegnamenti che hai ricevuto,
sii sempre forte e risoluto,
non lasciarti sopraffare dalle cattive tentazioni
ma va avanti fiero e con grande convinzione rispetta sempre gli altri,
non li calpestare, non li detestare ma sappi,
con onore, loro amare.
Ricordati che pregando avrai sempre una luce,
un faro che ti darà la forza e ti sarà da riparo
nei momenti più difficili della tua esistenza quando,
da solo,
non avrai la tenacia e nemmeno la pazienza
semplicemente di osare
di poter sconfiggere le mille tentazioni a cui ti sottoporrà il male.
Cresci e porta sempre nel tuo cuore il dono della vita:
il Signore, che oggi è diventato un tuo compagno,
la voce della tua anima, un sostegno sano,
nella difficile battaglia della tua vita da umano.
Francesco, il tuo nome evoca un uomo santo, puro,
abbi come lui sempre amore per il prossimo e per tutte le creature
che in questo mondo vivono in natura.
Perdonami se nell’educarti ho commesso qualche errore
ma sono un uomo, non nostro Signore!
Piccolo uomo, cresci sempre sano e retto
ed i tuoi genitori saranno felici di aver avuto un figlio così corretto.
E così, dopo tanti sacrifici, dopo che tante volte il diavolo ha cercato di allontanarti da Dio,
come per il Signore nel periodo della Quaresima,
il mio piccolo uomo soldato oggi, finalmente, riceve la sua Santa Cresima.


 

Auguri Dottoressa!

Sacrifici, ansie, passione,

scrupolose partecipazioni

a rumorose riunioni…..

E poi, rinunce,

intere giornate a studiare,

ma quando finisce,

mi debbo laureare?

Viaggi, treni che ritardano,

la collaborazione

in sinbiosi con tuo padre,

“facciamo più presto

che il giornalino deve uscire”!

Ogni volta

sembrava la “Battaglia sul Brenta”,

ma ogni volta a casa si tornava con un 30!

Felicitazioni, AUGURI di vero cuore!

Ora cara Giusy,

andiamo ad incominciare,

andiamo da persone intelligenti,

con coraggio ed intuito

fra la gente, andiamo,

l’obiettivo è bene in vista,

ad intraprendere

la carriera di giornalista.

Notizie fresche,

articoli da scrivere e stampare,

interviste a personaggi famosi

tanta voglia di lavorare.

La vita ti offrirà tante prospettive,

AUGURI Giuseppina

di uno splendido avvenire!!

Corri, vai per il mondo,

non tardare,

ti attendono laggiù,

non farti aspettare,

ma noi sappiamo

che in fondo al tuo cuore

c’è una casa ad Acquicella,

ed in essa i genitori!


Un Grande Faro: Toto Cutugno

Trent’anni son passati da quel giorno
nel quale lei (Mariarita)
e suo padre,
coltivavano questo sogno,
che oggi s’è avverato, in quest’incontro!
Così quella bambina con la gonna,
che oggi è diventata una gran donna,
avendo ascoltato la canzone “Solo noi”
decise insieme al padre che l’autore,
poi,
sarebbe diventato da quel momento
il suo unico e grande eroe.
A casa lo ascoltava attentamente,
andava a vederlo nei concerti,
fra la gente,
ma un rammarico sempre le restava:
non riusciva a conoscerlo,
a farsi fare un autografo,
tantomeno ci parlava!
Finquando il primo agosto del 2010,
dopo tanti sacrifici e tante attese,
dopo aver tanto chattato finalmente,
con l’aiuto di TATE e TATO,
il MAESTRO della canzone italiana ha incontrato.
E’ così, in quel di Puglia, nella tenuta di Albano,
ha avuto lo struggente piacere e l’onore di stringergli la mano!
Lui l’ha baciata sulle guance
ma lei, per l’emozione così intensa
m’ha riferito, poi, di non ricordar più nulla.
Ma tu pensa!
E da quella sera, dopo la sua esibizione,
ogni volta che ascolta una sua canzone,
a mille all’or le batte il cuor dall’emozione.
Che dopo tanto peregrinar,
come una barca nella tempesta in mezzo al mar,
un sole di speranza una mattina,
facendo capolino,
ha dato a questa pasionaria ammiratrice
una gioia ed una felicità consolatrice:
quella di sentir, in un momento così raro,
la presenza e la vista di quel “ faro”
che come il colpo forte di un grande pugno
l’ha colpita nella sua anima…
“Il suo Grande Faro”
Toto Cutugno