Poesie
Frenesia d’amore
Con estremo desiderio contattavo
la germogliante vena di un estro,
che ad ogni costo ghermiva
nell’antro più nascosto dell’anima,
la sua preda sollecita
al richiamo dei sensi.
Un controllo fra tanta passione
pareva sovvenire,
ma invano sfiorava il giudizio.
Quale immenso profluire d’amore
ribolliva genuino e puro
nell’aria tersa della sera?
Sì, certamente quello di un uomo,
che passo dopo passo,
col suo incedere sicuro,
s’ accingeva a proseguire
in un cammino speranzoso ed eterno.
Collegamenti brevi, calibrati nel nulla,
pur calavano d’effetto
perché sviliti dal pressante colpo
del caso e della vita.
Gocce di rugiada
Al dolce risveglio,
sento vibrare
un balenante accesso
di sana speranza.
Attimi dopo attimi avvolgono
la fresca rugiada del mattino,
che goccia a goccia
infonde nell’animo affranto
un visibilio di soave e pura armonia,
attanagliato dall’inalienabile ardore
di un tramonto spezzato
dall’incedere tumultuoso
di un giorno senza luce.
L’ introspezione
Chiudo la porta dell’io fecondo
ed incateno la mia anima,
che scalpita e si ribella
in una notte stellata di plenilunio.
Magicamente invaso da un cupo silenzio
mi rassegno nell’intimo crogiuolo,
inondato da un esoterico
ed amletico divenire.
Apro lo scrigno dei nostalgici segreti,
che ricolmano di asfittica sostanza
l’inafferrabile introspezione.
A mio padre
Vorrei volare in Cielo,
per chiederti scusa,
consapevole che il tempo
vissuto con te
ha coronato il sogno,
che hai avuto
in serbo per me.
Dalla costellazione
più luminosa
dell’intero Universo
sei planato in Terra,
per aprire lo scrigno segreto
della tua anima
e lo hai donato
senza riserve
in un freddo giorno d’inverno
e all’imbrunire,
come per incanto,
hai trasformato le tenebre
in luce infinita.
Alacremente hai plasmato
nel mio essere
quell’estro,
che ora mi guida
e mi rinfranca.
Padre, sol tu dall’Alto,
m’assisterai,
allorquando vorrò
pizzicare le corde
di un’arpa sommersa,
dalle profondità
del Mare dell’Eterno.
La musica dello spirito
Seduto lì ad aspettare
tra le siepi rugiadose,
mi rimaneva solo
il mitico riflettere.
Fra limpidi ruscelli
tracce d’inebriante naturalezza
logoravano il sordido destriero
che sembrava non aver posa.
Tutte immagini, quasi come affreschi
affollavano ed obnubilavano
la mia mente.
In mezzo a tanto afflato
si schiudeva il virgulto dello spirito,
una musica soave
che ottundeva l’inganno tramato
dalla materialistica umanità.
Sinergie
Nel frastagliato appressarsi di onde,
che cavalcano l’immanente sostanza
della natura inerte,
ineffabili misteri si infiammano
di pura speranza
al cospetto di sinergie
e sprofondano negli abissi dell’anima,
che incrocia lo Spirito
e lo orienta laddove il Cielo
si confonde con la notte dei tempi.