CRESCERE

Un lampo di luce poi ti spegni.
Ti riaccendi e sei sul cofano della macchina, lavato dalla pioggia.
Nel tempo di un attimo, un bruciore forte alla parte destra del labbro. Dapprima è fisico, poi, tardiva, la consapevolezza: errore mio non averlo visto materializzarsi nell’aria mano a mano che le parole ingrossavano, mano a mano che il suo alito caldo e la sua figura mi coprivano sempre più il grigiore dell’orizzonte.
Sapore di sangue.
Ancora rocce spigolose tra noi, poi un fazzoletto nella mano del picchiatore mancino chiude la faccenda.
E non me l’aspettavo: hai appena espanso il mio mondo.


BUSSANO

Bussano e dal pendolo, rintocchi. Sussulto, mi riprendo, m’incammino: apro.
Oltre l’uscio che si spalanca stridulo, la mia storia pronta a prendermi per mano, ma non ho le scarpe adatte e resto lì, ad aspettare.
<<Non è l’occasione che non arriva è il passaggio che non cogli; arriva la palla e ti volti>>
E gira i tacchi senza un “arrivederci”.
Sarebbe proprio l’ora di chiuder le serrande e cercare nuove case e non aver nessun timore.
Cambiar marcia, se richiesto, può servir già come inizio, ma sento di non aver talento allora, invece, rallento. Quanto è più difficile riprendere che incominciare.