Bulimia

Il giro lungo quando torni a casa

Un piatto di tensione e angoscia lì sul tavolo

In cucina

Mangi meno che alla mensa di un ostello

Preferisci tagliar l’aria col coltello

Durante un’altra cena di parole sugar free

E lacrime al bicchiere come shot il venerdì

 

La luce spenta quando tutti dormono

Gli echi delle grida in fondo agli occhi

Da sola

Ricordi in ogni specchio la tua immagine

esplodi in una digestione troppo fragile

Tanto la tua malattia è svanita

In un getto d’acqua e un po’ di vita

 

Il sangue in gola quando vai a letto

Lo stomaco marcio di calorie in meno

La notte

Dimenticati delle parole che hai rimesso

Apri solo il frigo o il cesso

Con le dita già sporche di

Succhi gastrici e demoni

 

Hai ancora troppa acqua tra le ciglia

Allora soffoca le liti di famiglia

Chiusa in bagno tra i conati

Con la dolce morte dei neonati.


 

Mare dagli occhi

Quando la mattina apri il sogno nel cassetto

E restan solo stracci di ricordi nel tuo letto

E rimpianti che ti strozzano le lacrime

Singhiozzi di un poeta che è ormai stabile

La speranza è un pipistrello a mezzogiorno

Che va a sbattere sui treni persi un giorno

Hai paura di nuotare dove non tocchi

Ora che hai smesso di gettar mare dagli occhi

 

Ma ti ricordi ancora quando si pensava?

Quante anime brillavano per strada

Ora che la tua risposta è solo niente

Non temi il vuoto che ti occupa la mente?

 

Quando vai sempre al mercato mattutino

Per comprare la miseria al marocchino

Non cercare di nasconder la pigrizia

E quella voglia di dormir nell’immondizia

Che nel cervello lentamente ti divora

Ora che non ti commuove più l’aurora

Hai detto addio ai rapporti umani

E gettato il carpe diem in pasto ai cani

 

Stomaco e fegato son lande desolate

Come stazioni pendolari in piena estate

Resti solo seduto su una panchina

Ma ti ricordi ancora come si cammina?