Specchio

La mia terra non ride,
quei denti son sassi
taglienti come la bora.
Mai si concede al bacio,
dure e sottili le labbra
strette al poco che c’è.
Parole dolci non sa,
troppe volte tradita
per illudere ancora.
Lo sguardo distoglie,
e adombra il dolore
delle oscure ferite.
Melodie non canta,
ma geme nascosta
disarmoniche arie.
Abbraccia se deve,
un insolito gesto
che toglie il respiro.
Non aspettarti calore
che non sia fiamma
dal ceppo che arde.
Gelosa dell’acqua,
la nega ai suoi figli
celandone il corso.
Un vezzo concede,
il piccolo mare
di fratte scogliere.
E quel poco di sale,
oro bianco posato
su pietanze frugali.
Amarla è da pazzi,
un agire da attori
o galanti cretini.
Comprarne l’affetto
vuol gemella durezza,
poco ella ricambia.
La sola speranza
per viverle accanto
sta nella resa totale.
Non attendere niente,
aspettarsi di tutto,
come ciechi vedenti.
La mia terra lo sa,
con piccola dote
non si trovano amanti.
La mia terra non fa
sogni o promesse
di tempi migliori.
La mia terra non dà
a pretese e pretesti
risposte coerenti.
La mia terra non va
a chi guarda la forma,
poco offre il suo conio.
Oro spremuto dal verde,
argento cavato dal mare,
neri diamanti da bere.
Babele d’incerti colori
i fiori nati da pietra,
e costumi male assortiti.
Una pace sofferta,
tante vite smarrite
sui battuti sentieri.
Lo specchio mi guarda,
nel volto che vedo
la mia terra conosco.

 

 

 

Buon Natale

Ho chiesto al gatto
quand’è Natale,
il gatto ha detto che non lo sa
e ha continuato a fare le fusa.

Ho chiesto all’albero
quand’è Natale,
l’albero ha detto che non lo sa
e ha continuato a fare ombra.

Ho chiesto all’acqua
quand’è Natale,
l’acqua ha detto che non lo sa
e ha continuato a cadere dal cielo.

Ho chiesto al fuoco
quand’è Natale,
il fuoco ha detto che non lo sa
e ha continuato a scaldarmi le ossa.

Ho chiesto al vento
quand’è Natale,
il vento ha detto che non lo sa
e ha continuato a spostare le tegole.

Ho chiesto al mare
quand’è Natale,
il mare ha detto che non lo sa
e ha continuato a nascondere i pesci.

Ho chiesto al cielo
quand’è Natale,
il cielo ha detto che non lo sa
e ha continuato a cambiare colore.

Ho chiesto alla notte
quand’è Natale,
la notte ha detto che non lo sa
e ha continuato a regalare stelle.

Ho chiesto alla musica
quand’è Natale,
la musica ha detto che non lo sa
e ha continuato a cantare per me.

Ho chiesto in giro
quand’è Natale,
ma a quanto pare non si sa
e si continua a sperare che arrivi.

 

 

 

88 cristalli di sale
(dedicata a Isola d’Istria)

Sale dal mare da brezza sospinto
a fecondare le nobili vigne.
Sale dal mare l’argento guizzante
che mani valenti sanno pescare.
Sale dal mare quest’isola viva
di gesti e di popoli schietti.
Sale dal mare in quel che vedi,
che gusti, che senti, e in ciò che sarà.